La Svizzera ci toglie il record d’imbattibilità, poi inciampa

Port Elizabeth Due su due: troppa grazia per un Cile senza vittorie per 48 anni prima di arrivare in Sudafrica. Con l’Honduras era bastato il guizzo di Beausejour, ieri contro la Svizzera si è rivelato decisivo il colpo di testa di Mark Gonzalez, esterno del Cska Mosca, che ha battuto Benaglio. Il muro elvetico, penalizzato dal rosso a Behrami apparso severo, crolla dopo 76 minuti. Giusto il tempo di strappare all’Italia il nuovo record di imbattibilità a un Mondiale: 559’ senza subire reti, nove in più degli azzurri a cavallo tra l’edizione del 1986 (gol francese di Stopyra a Galli il 17 giugno) e quella italiana del 1990 (il tocco beffardo di Caniggia che battè Zenga nell’amara semifinale del 3 luglio). La Svizzera invece arrivava da 5 partite a reti inviolate: l’1-0 alla Spagna del primo turno e le 4 partite del 2006 contro Francia (0-0), Tgo (2-0), Corea del Sud (0-0) e Ucraina (0-0 ed eliminazione ai rigori) con in porta Zuberbuhler. L’ultimo gol l’aveva subito Pascolo su rigore da Beguiristain addirittura negli ottavi di Usa ’94 contro la Spagna.
Il Cile di Bielsa è sicuramente una delle più belle realtà di questo Mondiale, ma pur avendo mostrando un calcio spettacolare ha segnato poco. E contro la Svizzera, in superiorità numerica per oltre un’ora, ha sprecato una miriade di occasioni che nel computo finale del girone potrebbero pesare. La Svizzera, dopo il colpaccio con la Spagna e in prospettiva Honduras, aveva impostato una partita su difesa e contropiede. A mandare all’aria i piani del ct Hitzfeld la «generosa» espulsione di Behrami, che usa sì un braccio alto per difendere il pallone dal contrasto di Vidal, ma meritava al massimo un giallo. L’arbitro saudita Al Ghamdi (direzione abbastanza discutibile) giudica volontario il colpo in faccia ricevuto dal centrocampista ed espelle l’esterno degli svizzeri. «Certi arbitri devono usare il fischietto sul campo, altri invece dovrebbero farlo in spiaggia...», il commento di un furioso Ottmar Hitzfeld.
L’episodio accentua la pressione sudamericana: Bielsa trova il match winner nel «Niño Maravilla» dell’Udinese, Sanchez, che va in gol dopo 4 minuti della ripresa, ma il fuorigioco attivo del compagno di squadra Isla rende vana la sua conclusione vincente, poi Benaglio lo ferma in uscita dopo uno svarione di Grichting.

Il forcing sudamericano è incessante e la Svizzera cede poco dopo la mezz’ora, quando Paredes indovina il cross dalla destra e serve Gonzalez che di testa appoggia nella porta sguarnita, nonostante il disperato tentativo di Lichtsteiner. La «Roja» cilena mette le mani sulla partita.

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