Svizzera e Lussemburgo allentano segreto bancario

Dopo Liechtenstein, Andorra e Belgio anche Sivizzera e Lussemburgo cedono alle pressioni internazionali e annunciano di essere pronti ad ammorbidire il segreto bancario. Anche l'Austria rinuncia ma solo in caso di "sospetti giustificati"

Svizzera e Lussemburgo 
allentano segreto bancario

Bruxelles - Dopo Liechtenstein, Andorra, Belgio e Austria anche Sivizzera e Lussemburgo cedono alle pressioni internazionali e annunciano di essere pronti ad ammorbidire il segreto bancario. Berna si conformerà alle norme Ocse, mentre il Lussemburgo, in caso di indagini evasione fiscale, scambierà informazioni con gli altri Paesi. Decisioni salutate dall’Ocse come "reali progressi". In una nota il segretario generale Angel Gurria afferma che "le iniziative prese da un certo numero di piazze finanziarie hanno dato un impulso benvenuto agli sforzi intrapresi per promuovere la trasparenza e lo scambio di informazioni fiscali".

La mossa della Svizzera La Svizzera allenta il segreto bancario. Il governo elvetico ha deciso di allentare le condizioni per lo scambio di informazioni conformemente alle regole dell’Ocse. La Svizzera vuole semplificare questa procedura in caso di sospetti "concreti", ha riferito l’agenzia di stampa svizzera Ats. Sotto una crescente pressione internazionale, europea e statunitense in particolare, con l’allentamento del segreto bancario il governo svizzero vuole evitare che il paese finisca sulla lista nera delle "oasi fiscali", non disposte a collaborare. Il segreto bancario svizzero è mantenuto, ha comunque precisato il governo in una nota. Tuttavia, tale segreto bancario "non copre tuttavia i reati fiscali. Sulla scia della globalizzazione dei mercati finanziari e in particolare alla luce della crisi finanziaria, la cooperazione internazionale in ambito fiscale ha assunto maggiore importanza. Il governo continuerà a sostenere attivamente gli sforzi in tal senso", precisa la nota pubblicata oggi a Berna dalle autorità elvetiche. "La Svizzera - prosegue - intende riprendere lo standard Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) nell’assistenza amministrativa in materia fiscale. Questo consentirà di sviluppare, su richiesta concreta e motivata, in singoli casi, lo scambio d’informazioni con altri Paesi". Il governo ha deciso di revocare la relativa riserva riguardo alla Convenzione ed è disposto ad avviare negoziati sulla revisione di convenzioni contro la doppia imposizione. "La decisione del Consiglio federale di riprendere lo standard Ocse nell’assistenza amministrativa in materia fiscale, in conformità con l’articolo 26 del modello di Convenzione dell’Ocse non ha alcuna conseguenza per i contribuenti residenti in Svizzera. Essa non muta neppure, nel diritto interno, le possibilità delle autorità fiscali svizzere di accedere a dati bancari". Il governo svizzero afferma di riconoscere che "il desiderio di un’adeguata protezione della sfera privata del cittadino rimane profondamente radicata nella popolazione svizzera". Perciò è stato deciso di mantenere il segreto bancario e respinge fermamente uno scambio di informazioni automatico. "La sfera privata dei clienti continuerà a essere protetta da tentativi non autorizzati di conoscere le situazioni patrimoniali".

L'Austria e il vincolo del sospetto fondato L’Austria accetterà di rinunciare al segreto bancario, ma solo caso per caso in presenza di "sospetti giustificati".

Il ministro della Finanze, Josef Proell, ha spiegato che, "in seguito a un chiarimento con l’Ocse, l’Austria accetterà di fornire informazioni bancarie in presenza di sospetti fondati e argomentati, anche in assenza di un procedimento penale". "Non modifichiamo la nostra legislazione e non è in questione un accesso sistematico e diritto ai dati bancari", ha poi concluso.

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