Far pagare lIci sulla prima casa in base allIsee (indicatore della situazione economica equivalente) cioè lindicatore della ricchezza di una famiglia. È quanto ha proposto lassessore al Bilancio di Palazzo Marino e onorevole Bruno Tabacci durante la discussione sulla manovra nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera.
Dopo lintroduzione delladdizionale Irpef (0,2%), del rincaro del 50% del biglietto dei mezzi pubblici, laumento del 40% delle tariffe per loccupazione di suolo pubblico, la reintroduzione, dopo un decennio, della tassa sui passi carrai ed «ecotass», ovvero lingresso nella Cerchia dei Bastioni a 5 euro, ora tocca alla stangata Ici. Così il governo va a mettere le mani nelle tasche dei milanesi, già impoverite dalle manovre del tandem Pisapia-Tabacci. Secondo i calcoli del vicepresidente del consiglio comunale, Riccardo De Corato, a oggi sarebbero stati «rastrellati da Palazzo Marino già 82 milioni euro». Da qui lauspicio a «usare un po di equanimità verso si cittadini, tenendo laliquota il più bassa possibile». Come è noto i Comuni hanno un margine del 2 per mille sul 7,6 introdotto dalla super Ici dellera Monti, ovvero un aumento del 50% rispetto alla precedente tassa calcolata sul 5 per mille del valore catastale. Valore che, con laggiornamento previsto dalla manovra, schizza al 60%.
Una famiglia milanese si troverà a dover sborsare, tra lusco e il brusco, in media 626 euro lanno per la prima casa, con una forbice che va dai 213 ai 1.038 euro, importo che triplica per la seconda. E che si somma alle nuove imposte comunali, piombate, affilate come una scure, sulla testa dei milanesi ad agosto.
Lassessore Tabacci deve essersi accorto di aver esagerato o quanto meno di non potere spremere oltre i suoi concittadini, così due giorni fa, dopo aver scoperto - grazie alla relazione del presidente dellIstat, Enrico Giovannini, ospite della commissione Bilancio della Camera - che la maggior parte delle famiglie in difficoltà economiche possiedono la prima casa si troveranno di fronte a spese impreviste, ha proposto un ritocchino in nome della giustizia sociale. Lattuale norma del decreto prevede unaliquota agevolata per la prima abitazione (0,4%) e una franchigia di 200 euro, che esenterebbe le case di minor valore catastale. Ma questa franchigia mette sullo stesso piano redditi alti e bassi. La proposta di Tabacci - una mano sulla coscienza - è quindi quella di evitare magari la franchigia per tutti e graduare lIci in base alla ricchezza, che può essere misurata con lIsee.
Ma le polemiche sullImu, il nuovo nome della stangata immobiliare, non sono esaurite: il radicale Marco Cappato, infatti, punta il dito contro la Chiesa, esente dallimposta: «Sono 17 le strutture ricettive gestite da religiosi del Comune di Milano che, sulla base delle informazioni fornite dallamministrazione, - spiega - si dichiarano esenti dallIci e 23 le strutture che non pagano né fanno dichiarazione.
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