Cronaca locale

Tacito mette in difficoltà i maturandi del classico

Ventotto candidati sono stati ammessi con un anno di anticipo, perché valutati con la media dell’8

Augusto Pozzoli

Anche la seconda prova scritta dell’esame di Stato 2005 va in archivio. Generalmente soddisfatti i candidati, tranne quelli del liceo classico impegnati nella versione di latino su un testo di Tacito. Un autore generalmente ritenuto ostico: e così è stato.
Il direttore scolastico regionale, Mario Dutto, sottolinea con soddisfazione che «la maggior parte dei candidati hanno svolto la seconda prova scritta (diversa da indirizzo a indirizzo, ndr) in assoluta tranquillità». Capisce, tuttavia, le rimostranze degli studenti del classico: «Un testo difficile – osserva – che diventa ancor più difficile senza la possibilità di inquadralo nel suo contesto». Un’analisi che fa anche Giovanni Gaglio, dirigente scolastico ed ex insegnante di latino: «La mancanza del contesto – dice – rende difficile la comprensione del senso che l’autore dà al testo. Ho visto i candidati giustamente in difficoltà. Mi pare in ogni modo un testo da maturità classica degli anni cinquanta, quando la scuola ti insegnava a cogliere certe raffinatezze linguistiche che oggi non vengono più coltivate». E adesso si dovrà aspettare il 27 giugno per la terza prova scritta, quella dei test.
Intanto, però, si vigila con crescente rigore sulla regolarità delle prove, soprattutto per scongiurare i diplomi facili. «Non è un caso – dice con giusto orgoglio il direttore scolastico Mario Dutto – che nelle nostre paritarie, a differenza di quel che succede in altre regioni italiane, il numero dei candidati è diminuito. Perché si è capito che a Milano non ci sono più scorciatoie per arrivare al diploma».
L’azione di moralizzazione degli esami continua anche quest’anno. In particolare tenendo sotto controllo i cosiddetti «ottisti», vale a dire quegli studenti ammessi con un anno d’anticipo alle prove di diploma perché valutati in quarta classe con la media dell’otto. Una modalità assai in uso appunto nei «diplomifici», ma che nelle scuole di Milano e provincia trovano ormai poco spazio: quest’anno questo genere di candidati sono 8 in città e 20 nell’hinterland. Quattro di questi in una sola scuola legalmente riconosciuta di Legnano. Una scuola a cui Dutto aveva tolto il riconoscimento con un atto ritenuto legittimo anche dal Consiglio di Stato, ma a cui il Tar ha riconosciuto in extremis la possibilità di continuare a svolgere esami di Stato. Le prove si svolgono peraltro sotto la vigilanza di uno 007.
Un altro caso sotto la lente di ingrandimento dell’amministrazione scolastica milanese sarà quello dell’Istituto professionale Paolo Frisi di Quarto Oggiaro: qui figurano 7 degli 8 «ottisti» cittadini. Una scuola di piccoli geni? Abbiamo cercato di capirlo, ma la vicepreside si rifiuta di dare alcuna spiegazione. Anche il dirigente scolastico, che abbiamo rintracciato nella scuola dove è presidente di commissione, resta sul vago. «Sarà una classe di studenti bravini», si limita a dire. Poi chiude la comunicazione «perché devo seguire i lavori della commissione», dice. Un caso che comunque sorprende lo stesso direttore Dutto che adesso vuol vederci chiaro.

«Raccoglierò tutte le informazioni necessarie per valutare se si tratta di candidati veramente meritevoli, oppure se ci troviamo di fronte a qualche assurda scorciatoia per arrivare al diploma».

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