Taglieggiava un imprenditore in crisi: arrestato

Non bastava la tragedia senza fine di imprenditori che via via si tolgono la vita oppressi da conti che non tornano. Adesso, gli imprenditori, complice perfetta la gran crisi, vengono anche strozzinati con prestiti a interessi raramente visti prima. Così nei giorni scorsi, la Guardia di Finanza ha scovato e arrestato un pregiudicato residente nel piacentino di origini calabresi, F.F., 49 anni, denunciando anche un complice, che, per le accuse, in un solo anno si stava facendo restituire un prestito dannato, sembra proprio il caso di dirlo, a un barista che versava grandi difficoltà, al tasso del 210 per cento. In un anno gli era già rientrato il doppio della somma prestata. Le indagini decollano lo scorso mese di febbraio. In prima linea il Nucleo di Polizia tributaria con il coordinamento dalla Procura della Repubblica di Cremona. I finanzieri ricostruiscono che è nel gennaio 2011 che il proprietario di un bar in pieno centro a Cremona, trovandosi in ristrettezze finanziarie, si rivolge per la prima volta all’usuraio consigliato da un «amico» per ottenere un prestito di 15.000 euro. Banche e finanziarie risulta abbiamo già chiuso i cordoni delle borse con il barista ma lui continua a credere nel suo lavoro che è poi la sua vita: non vuole darsi per vinto. Del resto, dall'usuraio, sembra tutto facile. Il colloquio è cordiale. L'affare viene messo giù come bere un bicchier d'acqua. L' accordo prevede il pagamento di interessi per 3.200 euro al mese, con un tasso da usura, appunto, del 260 per cento su base annua. E' tanto, certo, ma al barista serve cash, denaro contante, quello che nessun altro sembra più disposto a dargli. E accetta. Versa un po’ delle rate pattuite, due, poche altre. Poi non ce la fa più. Nessun problema per l'usuraio. Che gli propone un ulteriore prestito di 10.000 euro: questa volta concesso a un tasso di interesse pari al 162 per cento. E' così che, in poco più di un anno, l’imprenditore arriva a pagare, solo per gli interessi, oltre 50.000 euro, scontando un tasso superiore totale al 210 per cento. Ma i finanzieri intercettano la malparata. Sanno che l'imprenditore si prepara a consegnare all’usuraio un’ulteriore somma di denaro. Si appostano nel luogo prefissato per l’appuntamento, una strada del centro di Cremona e, appena avviene il passaggio, bloccano l’usuraio recuperando 18.300 euro tra cambiali, assegni e contanti. Ma non finisce qui. Già, perchè quando arrivano per la perquisizione di rito a casa dell'arrestato, i militari si trovano davanti anche a una busta piena di assegni e cambiali.

Insomma: pare proprio che il barista non fosse l'unico strozzinato dall'arrestato e dal suo complice. Tutto il materiale ritrovato è ora al vaglio degli inquirenti che intendono risalire a chiunque altro sia coinvolto in questa davvero brutta storia.

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