Tamburi di guerra alla Scala: i sindacati vogliono okkupare

Ci sono sessanta giorni di tempo prima che il decreto Bondi diventi legge. Sessanta giorni in cui le maestranze della Scala sono pronte a dar battaglia per dare «uno scossone alla città» sulle condizioni dei lavoratori delle fondazioni lirico sinfoniche «che non sono dei privilegiati» tengono a sottolineare. E mentre ieri c’erano centinaia di milanesi e turisti in fila per assistere gratuitamente all’Oro del Reno, tra i lavoratori del Piermarini c’è chi inneggia all’occupazione, alla sospensione della produzione, a manifestazioni di protesta ben più forti delle prove aperte. Ma in serata, dopo l’incontro tra il ministro Bondi e le segreterie dei sindacati, l’atmosfera si è fatta più cupa. «Ci ha concesso 15 minuti in tre anni», osservano dalla UilCom del coro.

«Le posizioni non cambiano - spiega Giancarlo Albori dell’Slc-Cgil - il ministro non ha intenzione di ritirare il decreto, quindi siamo davanti alla rottura nazionale. Proseguiamo con le iniziative di protesta». A partire da oggi per l’ultima di Simon Boccanegra: coccarde gialle e sipario alzato per i cambi di scena.

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