Giacomo Tamburino ad oltre ottantanni esordisce con la casa editrice Piemme dopo mezzo secolo passato nelluniversità percorrendo la carriera accademica in seno alla facoltà medica di Catania tranne alcuni anni trascorsi negli atenei di Roma e di Londra.
Con «La stagione degli amori perduti» (Piemme pag. 224) lautore si inserisce nel verismo siciliano di ultima generazione sulla scia narrativa di Simonetta Agnello Hornby, seppure in maniera più stringata, raccontando unaffascinante saga familiare.
Il protagonista, Calcedonio Bonfanti, è un nobile siciliano che come per gioco si unisce alle truppe di Garibaldi. Nellimpresa sullAspromonte il generale e i suoi vengono sbaragliati dai soldati piemontesi e il protagonista cerca rifugio presso i parenti della madre, nella dimora dei principi di San Giovanneo in Fiore. Sinnamora della cugina Fortunata che però è già stata promessa ad un altro, e la parola data non può essere rimangiata. I due innamorati, costretti ad allontanarsi si rivedono a distanza di anni con il rimpianto di non aver sfidato la tradizione. Ma i tempi stanno cambiando e anche per loro si schiudono altre possibilità.
Tamburino racconta, in maniera esemplare, forse da clinico-medico, i sentimenti degli uomini.
Tamburino Un clinico racconta «La stagione degli amori perduti»
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.