Tangenti e favori alle imprese delle cosche: a processo l’ex sindaco Pd e il consigliere Pdl

Li avevano arrestati poco più di un mese fa. Ora, Tiziano Butturini e Michele Iannuzzi finiscono spediti a processo. Giudizio immediato per l’ex sindaco del Pd di Trezzano sul Naviglio e per il consigliere comunale din quota Pdl, accusati di corruzione dell’inchiesta dell’antimafia sulle infiltrazioni mafiose nei comuni a sud di Milano. Lo ha deciso ieri il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Gennari, che ha accolto la richiesta avanzata dalla Procura.
Il processo è stato fissato per il prossimo 8 giugno davanti alla quarta sezione penale del Tribunale. Assieme ai due politici, sono imputati anche il vicepresidente della società immobiliare Kreiamo, Andrea Madaffari, e un geometra comunale di Trezzano, anche loro raggiunti da ordinanze cautelari lo scorso 22 febbraio. Il geometra è l’unico dei 4 imputati che nelle scorse settimane ha ottenuto i domiciliari. I quattro ora avranno quindici giorni di tempo per chiedere l’accesso a riti alternativi.
Secondo quanto ricostruito dalle indagini condotte dalla Dia e coordinate dal pubblico ministero Paolo Storari, Butturini e Iannuzzi avrebbero preso tangenti per favorire la società immobiliare Kreiamo di Madaffari, che era già finito in carcere lo scorso novembre nell’ambito del primo filone dell’inchiesta sul clan della ’ndrangheta Barbaro-Papalia. Butturini, quando è stato arrestato, era anche presidente del cda di Tasm Spa e di Amiacque srl, aziende pubbliche che si occupano della gestione di risorse idriche, mentre Iannuzzi era componente della commissione edilizia a Trezzano, e anche lui nel cda di Tasm. Secondo l’accusa, Butturini avrebbe preso una tangente da 5mila euro, mentre Iannuzzi una mazzetta da 12mila euro. «Un vero e proprio sistema di corruzione», l’aveva definito il gip Gennari nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Il contesto, secondo il giudice, era «quello di soggetti che mettono la loro intera rete di poteri e conoscenze al servizio dell’imprenditore disposto a retribuirli profumatamente», in un «sistema consolidato di pagamenti illeciti funzionali all’ottenimento da parte del Gruppo Kreiamo di favori» (autorizzazioni, concessioni e incarichi di consulenza) da pubblici funzionari. Nel corso degli interrogatori l’ex sindaco del Pd aveva negato con forza di aver mai preso tangenti, mentre il consigliere comunale del Pdl aveva fatto parziali ammissioni.

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