Tangenti in Regione, Nicoli Cristiani resta in carcere

Tangenti in Regione, Nicoli Cristiani resta in carcere

Franco Nicoli Cristiani (nella foto), resta in carcere. Il gip di Brescia Cesare Bonamartini ha infatti rigettato la richiesta di arresti domiciliari avanzata dal legale dell’ormai ex vicepresidente del consiglio regionale, l’avvocato Piergiorgio Vittorini. Secondo il giudice, sussiste il rischio di reiterazione del reato. Nicoli Cristiani, arrestato mercoldì con l’accusa di aver intascato una tangente da 100mila euro per l’ok a una discarica nel Cremonese, godrebbe di una notevole rete di contatti - anche politici - ancora attiva.
Sul terremoto che ha nuovamente investito la polica lombarda, è intervenuto anche ieri il governatore Roberto Formigoni. «Ho già spiegato come le procedure della Regione Lombardia sono state perfettamente tempestive». Tuttavia, «ho ritenuto opportuno dare al consiglio regionale quei particolari che avevo anticipato alla stampa per chiarire che l’azione mia e della Giunta in questi anni è stata sempre un’azione di contrasto alla malavita». Domani, dunque, Formigoni sarà in aula per chiarire una vicenda che ha gettato un’ombra sul Pirellone. «Le procedure di Regione Lombardia - insiste il governatore - sono state perfettamente trasparenti. L’azione mia e della giunta in questi anni è stata sempre un’azione di contrasto alla malavita. Abbiamo messo in campo dei meccanismi più garantisti rispetto alla stessa amministrazione statale».


Intanto, il gruppo Locatelli - il cui titolare Pierluca Locatelli, in carcere, ha detto al gip che i soldi versati al politico erano solo la prima tranche di una mazzetta da 200mila euro - ha annunciato la ricostituzione di tutti gli organi amministrativi delle società controllate, «per assicurare la piena operatività del gruppo che impiega circa 400 dipendenti e sviluppa un fatturato di oltre 60 milioni di euro». «Esprimendo piena fiducia nell’operato della magistratura - concludono - è importante che le indagini in corso non compromettano la capacità del gruppo di far fronte ai propri impegni contrattuali».

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