Roma

Tanto Pdl, poche donne: ecco la nuova aula

Il più felice dell’esito del voto di ieri è Antonino Torre, della Lista civica per Alemanno, che con soli 366 voti farà il suo ingresso in consiglio comunale. Al suo fianco potrebbe esserci anche qualcuno meno votato di lui, ossia Roberto Di Palma, unico eletto della lista Amici di Beppe Grillo con 198 voti, che però probabilmente sarà scalzato da Serenetta Monti, candidato sindaco dei «grillini» e che farà parte dello sparuto gruppo di donne: solo 5.
Quello che esce dal voto di due settimane fa e dal ballottaggio è un consiglio comunale rivoluzionato. Con ben 35 consiglieri del Pdl, molti dei quali alla loro prima esperienza nell’aula Giulio Cesare. Prima però la lista dei confermati, capitanati da Samuele Piccolo (recordman di preferenze con 11966 successi personali) e che conta poi Davide Bordoni, Fabio De Lillo, Pasquale De Luca, Fabrizio Ghera, Marco Visconti, Antonello Aurigemma, Marco Pomarici, Alessandro Cochi, Enrico Cavallari, Federico Guidi, Luca Gramazio, Sergio Marchi e Pierluigi Fioretti. I nuovi invece sono Dario Rossin, Giordano Tredicine, Giovanni Quarzo, Massimiliano Parsi, Andrea De Priamo, Fabrizio Santori, Marco Di Cosimo, Sveva Belviso (la più votata tra le donne), Lavinia Mennuni, Giorgio Stefano Masino, Antonio Gazzellone, Alessandro Vannini, Federico Mollicone, Maurizio Berruti, Ugo Cassone, Roberto Cantiani, Roberto Angelini, Giuseppe Ciardi, Domenico Naccari e Patrizio Bianconi. «Ripescato» anche l’immunologo Fernando Aiuti, al penultimo posto dei preferiti malgrado la sua fama e il ruolo di capolista. Primo dei non eletti, salvo sorprese, Giuseppe La Fortuna, la cui sorte non è stata in linea con il suo cognome.
Passiamo all’opposizione: il Pd vede falcidiata la sua presenza in consiglio comunale con soli 17 eletti. Oltre a Francesco Rutelli, capo dell’opposizione, siederanno nell’aula Giulio Cesare. Riconfermati Umberto Marroni (più votato a sinistra con 7331 preferenze), Massimiliano Valeriani, Fabrizio Panecaldo, Monica Cirinnà, Paolo Masini, Giulio Pelonzi, Mario Mei, l’ex presidente del consiglio comunale Mirko Coratti, Francesco Smedile, Alfredo Ferrari e Maurizio Policastro. Nuovi Antonio Stampete, Alessandro Onorato, Daniele Ozzimo, Dario Nanni e il vecchio volpone Athos De Luca. Se Rutelli sceglierà di fare davvero il capo dell’opposizione, resterà fuori Serena Visentin, che entrerà invece in caso di forfeit dell’ex ministro. Esclusi eccellenti nel Pd, tra i quali Massimo Brutti, più volte sottosegretario, gli ex consiglieri Gianfranco Zambelli, Mauro De Bosi, Franco Figurelli e l’ex assessore provinciale nella giunta Moffa Paola Guerci.
Pochissimi i seggi alle altre liste. De ne incassa la Sinistra arcobaleno, che porta in Campidoglio l’ormai celebre Andrea Alzetta detto «Tarzan» (per il quale sarà ora molto più difficile il proposito di legalizzare le «okkupazioni») e Maria Gemma Azuni. La sconfitta di Rutelli costa invece il posto a Massimo Cervellini, mentre erano già sicuri dell’eliminazione Fabio Nobile e Dante Pomponi. Un seggio anche per la Lista civica che appoggiava Rutelli: se lo aggiudica Gianluca Quadrana, già eletto nella scorsa consiliatura per la Rosa nel Pugno. Fuori invece il consigliere uscente Antonio Saccone, mentre era già certo dell’esclusione l’altro consigliere uscente Carlo Fayer e una pioggia di vip come Adriano Panatta e Lino Patruno. Ci rimette un seggio anche l’Italia dei Valori, che resta con l’unico consigliere Gilberto Casciani, che due anni fa fu il più votato per l’Ulivo.

Chiudono il consiglio comunale due habitué del Campidoglio: Fabio Sabbatani Schiuma (La Destra) e Dino Gasperini (Udc), che però potrebbero essere scalzati dai candidati sindaco sconfitti Francesco Storace e Luciano Ciocchetti.

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