La sentenza del tribunale amministrativo cambia le regole in tema di aiuti ai poveri e costringerà lamministrazione a rivedere i piani per lassistenza alle persone indigenti.
Non ci sarà più una priorità per i residenti o per chi vive in città da almeno 5 anni come era stato finora. «I servizi destinati a far fronte al sostentamento della persona- hanno stabilito i giudici del Tar- non possono che essere erogati in base alle condizioni soggettive, mentre qualsiasi altra distinzione è in contrasto con i principi costituzionali di uguaglianza». Morale, il Comune dovrà stanziare un piccolo fondo extra per gli assegni destinati ai poveri. Perché la delibera con cui Palazzo Marino vincolava lerogazione di un sussidio integrativo a un periodo di residenza di cinque anni in città è «discriminatoria». A stabilirlo è il Tar, annullando così uno degli ultimi provvedimenti assunti dalla giunta dellex sindaco Letizia Moratti, con cui si volevano privilegiare gli indigenti milanesi. Le casse pubbliche sono vuote? Non importa, stabiliscono i giudici. Gli assegni sociali siano un po più magri, ma vadano a tutti i bisognosi.
Un testo netto, quello del Tar, che ha accolto il ricorso presentato da N.R., disoccupato senza dimora, ospite del dormitorio di via Ortles. Il 20 luglio scorso, luomo ha fatto domanda in Comune per ottenere il sussidio, ma Palazzo Marino ha risposto picche.
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