Tarda al lavoro per portare il bimbo a scuola: lo licenziano

Arriva in ritardo al lavoro per accompagnare il figlio a scuola e il capo lo licenzia. La strana vicenda, a quanto riferiscono i sindacalisti della Cub, sembra sia accaduta a un dipendente appena rientrato dalla cassa integrazione in una ditta di Cassano d’Adda, produttrice di distributori automatici del caffè. L’uomo, Alex B., 37 anni, non avrebbe rispettato il nuovo orario imposto dall’azienda (l’ingresso alle 7 invece che alle 8.30) per portare il figlio di quattro anni all’asilo nido. Nei giorni precedenti, dopo essere stato richiamato dalla cig, l’operaio avrebbe comunicato ai responsabili dell’azienda la sua difficoltà a gestire gli orari del bambino e quelli del lavoro, dicendo di non riuscire ad arrivare in azienda prima delle 8,30. «Mi hanno risposto di non preoccuparmi - riferisce lui - e che all’indomani avrei pensato a come fare. Ma mia moglie fa l’operaia e ha il turno dalle 6 del mattino. Al bambino devo pensarci io».
I sindacati prendono le difese dell’uomo e tutelano il suo ruolo di padre lavoratore. Giudicano «ingiustificata e sproporzionata» la punizione del licenziamento.

«In questo caso a perdere il posto di lavoro è un papà - spiegano - un uomo che non ha fatto altro che il suo dovere». Oltre alle iniziative legali - è stato spiegato - quelle di protesta continueranno fino al ritiro del licenziamento.

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