«Tartaglia è a rischio». Trasferito in ospedale

Negli ultimi giorni si era chiuso in se stesso e non parlava con nessuno. Un segnale che lasciava temere che Massimo Tartaglia, l’uomo che ferì Silvio Berlusconi in Duomo, fosse a forte rischio «autolesionismo». Così il magistrato ha deciso il suo trasferimento in un centro specializzato.
Ieri pomeriggio sotto scorta, Tartaglia ha lasciato San Vittore e alle 15.30 è stato ricoverato in psichiatria al San Carlo, dove sarà piantonato per tutto il periodo in cui rimarrà in osservazione. Tartaglia, 42 anni, residente a Cesano Boscone con la famiglia, il 13 dicembre si trovava in Duomo durante il comizio del presidente del consiglio. In tasca alcuni pesanti souvenir acquistati poco prima in una bancarella. Quando Berlusconi gli giunse a tiro, riuscì a colpirlo con una riproduzione del Duomo, ferendolo al volto. Subito fermato, rischiò anche il linciaggio, venne portato in questura e poi in carcere, dove è sempre stato tenuto sotto osservazione medica.
Dopo un iniziale periodo di tranquillità, a gennaio Tartaglia si è chiuso in se stesso, rifiutando qualsiasi colloquio e i contatti con l’esterno. Una situazione fortemente a rischio e incompatibile con il carcere.

Le relazioni mediche hanno convinto il giudice Cristina Di Censo a disporre il trasferimento al San Carlo. Decisione accolta con sollievo dalla mamma di Massimo, Donata Tartaglia: «Siamo più sereni, non ho niente altro da dire».

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