Cronaca locale

Il tassista che fa ballare il mondo

Ha iniziato come autodidatta e ha fondato diversi gruppi. Grande sperimentatore, ha suonato con artisti come Tito Puente. Oggi è il musicista più famoso del Venezuela

Roberto Zadik

Il «leone della Salsa» ruggirà al Festival LatinoAmericando. Dalle 21,30 di stasera la vitalità e il talento dell’acclamato artista venezuelano Oscar D’Leon saliranno sul palco del Forum Protagonista della serata sarà un vero e proprio showman che con più di sessanta album registrati in quarant’anni di carriera, è diventato a livello internazionale il più conosciuto tra i musicisti del suo Paese.
Un vero e proprio «maestro della Salsa» che ha spopolato in patria e all’estero grazie al suo incredibile carisma e allo spiccato talento nel mescolare le influenze musicali più disparate. Dalla musica di grandi performer cubani come Benny Morè e gli strumentisti della Sonora Matancera alle sonorità di artisti newyorkesi degli anni Sessanta, D’ Leon ha assorbito tutto quanto rielaborandolo in uno stile assolutamente unico. E questo il musicista lo dimostrerà anche stasera con uno spettacolo di suoni e verve nel quale lo showman dominerà il palcoscenico eseguendo brani di grande impatto come El baile de Suavecito, Bravo de Verdad e il suo singolo d’esordio Pensando en ti. Canzoni che, negli anni Settanta, trasformarono Oscar Emilio Leon Dionisia, questo il suo vero nome, da taxista a superstar.
Nella sua città, Caracas, D’Leon mosse i primi passi nel mondo della musica suonando assieme all’amico trombettista Cesar Monge. Proprio con lui, quello che sarebbe diventato «Il re dei suonatori» iniziò il suo percorso artistico imbracciando il basso, che imparò da autodidatta e unendosi al gruppo Dimension Latina nel 1972 in infuocate performance nel locale La Distincion. Quattro anni dopo d’Leon lasciò la band per passare,nel 1977, alla conduzione solista dell’orchestra La Salsa Major. A poco più di trent’anni, il brillante e irrequieto D’Leon, diventò una star iniziando a esibirsi anche fuori dalla propria terra d’origine. A cominciare dagli Usa e dalla Grande Mela, città nella quale il musicista, nel 1978, ottenne un grande successo portando sulla scena le suggestive melodie tratte da El Mas Grande, album realizzato quell’anno e considerato da pubblico e critica come il suo capolavoro.
Dopo l’America, con una serie di «live» in luoghi storici come il Madison Square Garden di New York e l’Hollywood Bowl di Los Angeles la fama dell’artista ha raggiunto anche altri Paesi attraversando anche Stati lontanissimi dalla sua patria in estenuanti tournée. Dal Giappone, al Canada, alla Finlandia all’Italia il «Leone della Salsa» ha emozionato e divertito le platee di mezzo mondo con le sue canzoni e le sue trovate. Prima tra tutte quella di ballare assieme al basso fingendo che fosse una compagna immaginaria e danzando come un ballerino professionista. Tra i tanti progetti e concerti, il vulcanico D’Leon ha partecipato all’incisione dell’album The Mambo King, uno splendido tributo al grande Tito Puente realizzato dal musicista assieme ad altre star. Nonostante i tanti riconoscimenti, i numerosi Dischi d’oro, e i suoi sessantadue anni la sua voglia di esibirsi e di cantare sembra non essersi affatto attenuata. A questo proposito D’Leon in un’intervista rilasciata in California ha detto: «Per mantenermi in forma canto dal vivo e mangio cose semplici. Pesce, pollo, fagioli». Una ricetta semplice per un musicista che ha collaborato con alcuni tra «giganti della musica latina.

Tra questi Tito Puente e Luis Enriquez.

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