Tata punta sulla Fiat «Vogliamo essere il partner prioritario»

da Torino

La Fiat rilancia l’importanza dell’alleanza con l’indiana Tata. Alleanza che guarda lontano, non solo nelle auto, ma anche sui camion, con Iveco. E anche alla Nano, che potrebbe essere venduta insieme. Intanto però l’urgenza si chiama mercato dove il titolo soffre da mesi. E su questo punto, alla vigilia del cda che stamattina approva i conti semestrali, il presidente Luca di Montezemolo lancia un segnale preciso, dichiarandosi «molto ottimista».
Il «punto» è stato fatto ieri a Torino, in occasione dell’«India-Italy ceo forum». Da cui è emerso che il matrimonio tra Fiat e Tata «funziona molto bene» a tal punto che entrambi i gruppi hanno la volontà di diventare reciprocamente «partner prioritario per lo sviluppo»: Ratan Tata, presidente dell’omonimo gruppo indiano che ha una joint venture con il Lingotto, spinge sull’acceleratore e, dopo avere acquisito Jaguar e Land Rover, punta ad avere un rapporto sempre più stretto con Torino. «È un obiettivo che ha già auspicato anche Montezemolo. Vogliamo condividere un giorno piattaforme con la Fiat. Per noi questa è una collaborazione importante, anche se è nata un po’ per caso 4 anni fa». Tata ha anche ipotizzato che la Nano, l’utilitaria realizzata in India e venduta a 2mila dollari, «possa essere lanciata anche su altri mercati». Inoltre, ha detto Tata, «non vogliamo essere legati ad un marchio. Con Fiat siamo partner, non ci sono problemi». «E la collaborazione non riguarda solo le auto ma anche l’Iveco «sul quale il discorso è aperto. Abbiamo un’ottima collaborazione, ma non esiste un accordo. È un’unione aperta alle migliori intenzioni».
Montezemolo ha ascoltato a lungo Ratan Tata, approvando in molte occasioni, con un cenno della testa, i progetti futuri tra i due gruppi. Ma il d-day del presidente è oggi, quando con Sergio Marchionne e John Elkann analizzerà i dati del secondo trimestre e dei primi sei mesi dell’anno. I segnali, nonostante il calo di ieri in Borsa (-0,9% a 10,43 euro), sono positivi. Le elaborazioni del consensus, fatte sulla base delle attese formulate da 16 analisti, parlano nel dettaglio di un utile netto attorno ai 630 milioni, e allineato ai 627 milioni del secondo trimestre 2007. Il dato è del tutto indicativo, con un range di attese che in media va da un utile atteso a un minimo di 610 milioni (anche questa è un’elaborazione statistica) a uno massimo di 680 milioni.

Per l’utile ante imposte, l’attesa è di un secondo trimestre a 900 milioni, rispetto agli 875 milioni dello stesso periodo 2007. A livello patrimoniale l’indebitamento netto industriale è atteso alla fine del secondo trimestre a 615 milioni, rispetto agli 1,1 miliardi del primo trimestre 2008 e agli 873 milioni del secondo trimestre 2007.

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