Taxi in rivolta, la riunione decisiva sarà il 30 agosto

Schiuma (An): «Notizia positiva ma adesso bisogna convocare anche la commissione consiliare competente»

Il Campidoglio ha convocato per mercoledì 30 agosto alle 10,30 presso l’assessorato alle Politiche della mobilità la commissione consultiva del settore taxi. All’ordine del giorno, naturalmente, l’accordo siglato tra associazioni di categoria e Comune dopo l’approvazione del decreto Bersani. Tra i temi principali da affrontare, le modalità per il potenziamento del servizio con i turni aggiuntivi e per l’istituzione della tariffa predeterminata per i trasferimenti da e per gli aeroporti.
«La notizia è senz’altro positiva - ha dichiarato il consigliere comunale Fabio Sabbatani Schiuma (An) - il clima sarà certamente più disteso di quello che auspicherebbe qualche giornalista e qualche esponente politico che a malapena conosce il taxi per averlo preso saltuariamente. Ora sarebbe opportuno che venisse convocata anche la competente commissione consiliare, presieduta dallo stimato collega Umberto Marroni. Sarebbe l’occasione per avviare un utile dibattito tra forze politiche di sicuro supporto al confronto in corso tra sindaco, assessore e categoria: la mancanza di concertazione nel decreto Bersani ha già fatto danni qualche tempo fa e il consiglio comunale non dovrebbe essere relegato ancora una volta a mero passacarte delle decisioni prese in giunta, anziché a organismo con funzioni di controllo e indirizzo delle politiche cittadine, quale dovrebbe essere».
Negativo sulla questione taxi il giudizio dei consumatori. «Attendiamo che il sindaco di Roma, Walter Veltroni, risolva il giallo dell’accordo con i tassisti del luglio scorso che non è stato ancora sottoscritto dal 50% delle organizzazioni sindacali di categoria - ha commentato la vicenda Primo Mastrantoni, segretario dell’Aduc (associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori) -. Che la Capitale, 3 milioni di abitanti, sia tenuta in ostaggio da 5.800 tassisti appare incredibile. Comunque i taxi interessano parzialmente la popolazione romana visti i costi più da servizio di lusso che da servizio pubblico. Rimane il problema del vero servizio pubblico, quello effettuato dall’Atac (autobus e tram), inefficiente e costoso per il contribuente. Sembra che quelli dell’Atac ce la mettano tutta per non incassare quanto dovuto. In questi giorni agostani l’acquisto dei biglietti è sempre più difficile: i chioschi dei giornalai sono chiusi o non hanno biglietti e le macchine distributrici sono spesso guaste.

In compenso girano, giustamente, i controllori che appioppano multe salatissime: 50 euro. A fronte del costo del biglietto, 1 euro, la convenienza è evidente. È così che l’Atac, cioè il comune di Roma, vuole risolvere i problemi di bilancio?»

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