Che cosa fanno otto amiche (non al bar), che sono riuscite a rosicchiare un paio dore al consiglio damministrazione, alla riunione di redazione, alla spesa allEsselunga, ai figli da accompagnare a scuola, al brain storming con i colleghi in camice bianco, alla giunta comunale? Parlano di loro. E dellunica amica che non cè. Alla quale vogliono bene, certo. Ma che ha il torto di essere assente. E allora sì, è bella ma caotica, è affascinante ma inospitale, è cara e rumorosa, è più sicura di prima ma non ancora abbastanza e con i bambini
non sempre se la cava alla grande. La nona amica che ieri non si è presentata a «Casa» di Letizia Moratti si chiama Milano. Quelladorabile, ingovernabile ragazza con cui tutte le altre hanno rapporti a volte burrascosi, perennemente in bilico tra il bacio e lo schiaffo. Ed è proprio di lei che il sindaco e le altre hanno parlato. Di lei e delle donne che ogni giorno la calpestano in lungo e in largo, sotto quel cielo che certi giorni sembra più un pezzo di terra che una fetta dazzurro. Eroine metropolitane divaricate a fatica su troppe esistenze alla volta, sotto perenne delirio pratico a difendere ciò che si sono guadagnate sul campo dasfalto, esangui a furia di conciliare linconciliabile. Le altre amiche erano: Roberta Cocco (direttore marketing centrale di Microsoft Italia), Rosanna Acunzo (amministratore unico In Cartel Group), Alessandra Kustermann (primario della clinica Mangiagalli), Ornella Melogli (primario dellospedale San Raffaele), Mariolina Moioli (assessore alle Politiche Sociali), Vera Montanari (direttore del settimanale Grazia), e Silvia Pettinicchio (fondatrice della Wannabee Gallery). A confrontarsi e a capirsi a parole e a occhiate. Certi sguardi che gli uomini non sanno nemmeno intercettare. Non cera nessuna di «comune», ieri, a parlare di comunissimi problemi e di ragionevolissime soluzioni. Hanno filtrato ogni cosa al setaccio dellassoluta naturalezza e hanno fatto sembrare semplici un sacco di questioni complicate, abituate come sono, tutte, a risolvere i problemi più che a limitarsi a parlarne. Cerano mandrie di cavalli sotto quelle chiome fresche di messa in piega. Affaticate ma curate. Provate ma dignitosissime. Sempre. Lesercito di milanesi.
Si sono divertite soprattutto con le soluzioni: le tecnologie che potrebbero prendere piede e permettere alle donne di lavorare da casa (il telelavoro, cosa che Microsoft fa già da tempo, ha sottolineato la Cocco), i parchi ripuliti e riempiti di famiglie, la città ri-illuminata, le strade più sicure (secondo la Kustermann gli stupri su strada sono passati da cinquantacinque a trentatre allanno), i taxi con lo sconto dalle nove di sera alle sei del mattino per le donne sole, i biglietti del cinema e del teatro gratuiti o a tariffa ridotta per le donne single (laccordo dovrebbe partire da settembre), i posti negli asili incrementati (il sessantasei per cento delle milanesi lavora), le mense scolastiche controllate, leducazione alimentare introdotta nelle scuole (secondo la professoressa Melogli, Milano è piena di bambini obesi e di giovani donne anoressiche), un club per le mamme e le partorienti, una linea di credito aperta con una banca (non si è fatto ancora il nome dellistituto di credito) per finanziare, oltre al resto, le nuove imprese al femminile
La «Casa» di Letizia Moratti, grazie a cinquanta volontari, accoglie segnalazioni di tutti i tipi da parte di cittadine (e cittadini).
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