Miriam DAmbrosio
Il corpo vive, pulsa, pensa, racconta. È il corpo il protagonista di «Danae», la rassegna sulla drammaturgia femminile in scena al teatro Litta. Lo vedi nel lavoro di Daniele Albanese, nel suo tentativo di dare alla materia danzante una memoria, unemozione.
Àrebours 100 è uno studio sul rapporto movimento sensi spazio memoria e nasce dalla collaborazione con la neurofisiologa Elena Borra, interessata alle recenti scoperte nel campo della percezione dello spazio. Attraverso la danza, qui intesa come sequenza di azioni fisiche ripetibili, alla ricerca di un giusto equilibrio tra sintesi, riproduzione del gesto e libertà allinterno di una forma precisa, emergono talvolta frammenti di personaggi che riportano a inquietudini del mondo contemporaneo.
La domanda di Àrebours 100 è: cosa accade a un corpo di carne e ossa e di quel qualcosa che chiamiamo spirito davanti ai disastri provocati da una terribile perdita? Il corpo scivola, implode, cerca una via duscita, si perde, tenta di ricordare letà perduta. Il corpo è memoria. È questa la scelta di Albanese, che tratteggia nel suo teatro-danza lestetica di Joris-Karl Huysmans. Un omaggio che emerge già nel titolo, A Rebours, il capolavoro sullo spleen e la malinconia delleroe decadente. Il corpo che si specchia e si perde nella sua immagine effimera.
Il corpo, come movimento, torna nelle evoluzione del gruppo Nanou (Rhuena Bracci, Marco Valerio Amico e il musicista Roberto Rettura) in scena oggi, sempre al Litta, alle ore 21, con lo spettacolo Namoro.
Namoro è il termine portoghese che indica il periodo magico e indeterminato che precede il fidanzamento. È quella zona dombra in cui due identità sincontrano e cominciano a riconoscersi, innamorandosi. È lo spazio vuoto che viene conquistato, riempito. È loggetto che rapisce linnamorato, come pensiero e come azione. Linnamorato non guarda, è una sagoma a lato, sovrastata dallombra di lei.
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