Sette debutti in un giorno solo, anche per una città ricca di teatri come Milano, sono davvero tanti. Abbastanza almeno per definire scherzosamente (e un po' bellicosamente) martedì 15 gennaio 2011 un «T-Day»: una di quelle giornate in cui la scena teatrale milanese sfodera la sua «potenza di fuoco», cioè dimostra quella vitalità che la contraddistingue nel panorama nazionale. I sette spettacoli che esordiranno questa sera, peraltro, sono tutti di primo piano e, in alcuni casi, hanno già suscitato una certa aspettativa.
Cominciamo dunque dalla Trilogia degli occhiali. Sicuramente il debutto più atteso è quello della nuova produzione di Emma Dante, la regista palermitana di fama internazionale (i suoi spettacoli sono coprodotti dal Théâtre du Rond Point di Parigi), che a Milano può contare su di un nutrito «fan club». Sulla scia delle polemiche scatenate dalla sua messinscena scaligera della Carmen nel 2009, Le pulle, la sua ultima pièce rappresentata al Crt nel marzo del 2010, in termini di pubblico aveva riscosso un tale successo da gareggiare con un colossal cinematografico come Avatar. Ora la Dante torna a Milano (sempre al Crt - Teatro dell'Arte, fino al 6 marzo) con la Trilogia degli occhiali: tre spettacoli autonomi, ma accomunati da personaggi malinconici, alienati e persino «mezzi cecati», alle prese con storie di povertà, vecchiaia e malattia. Tematiche che la regista palermitana affronta di consueto nelle sue drammaturgie, ma di cui stavolta sembra che ci verrà offerta una nuova e più approfondita trattazione scenica.
Altri debutti coi fiocchi: Prospettive sulla guerra civile e Aumma. Due giovani registi all'incirca coetanei, entrambi molto legati a Milano e fautori di un «teatro civile» con risvolti epici, Serena Sinigaglia e Gianfelice Facchetti, propongono da stasera le loro ultime produzioni. La Sinigaglia è in scena fino a domenica al Piccolo Teatro Studio Expo con Prospettive sulla guerra civile: una pièce basata su testi di Hans Magnus Enzensberger (il più lucido poeta e pensatore della Germania del dopoguerra) che riflettono sul disorientamento in cui versa la società occidentale. A dar voce alle parole impietose almeno quanto disarmanti di Enzesberger, sul palcoscenico del Piccolo Studio ricoperto per l'occasione di macerie, sarà un attore del calibro di Massimo De Francovich. Al vasto cast di giovani attori protagonisti di Aumma, lo spettacolo di Gianfelice Facchetti in cartellone al Teatro Leonardo fino al 27 febbraio, toccherà invece il compito di far parlare Italia, un'anziana signora che sta per compiere 150 anni. Grottesca, amara e sgangherata almeno quanto la situazione del nostro Paese, la pièce di Facchetti dà un contributo ironico ma efficace al tormentoso dibattito sull'identità italiana.
E ora due commedie e due classici. Tagliente e surreale come al solito, Max Pisu sarà in scena al teatro Libero fino al 21 febbraio con Amnesie, uno spettacolo in cui si capisce, una volta di più, «che dimentichiamo solo quello che ci fa comodo». Fino al 20 febbraio, il Teatro Blu ospiterà invece Rumori fuori scena, commedia impregnata di humour britannico che gioca col vecchio ma pur sempre apprezzato trucco del «teatro nel teatro». All'Elfo fino al 6 marzo, Umberto Orsini, diretto da Andrea De Rosa, interpreterà Prospero in una versione a metà strada tra Lynch e Fellini del La Tempesta di Shakespeare. L'Out Off, infine, sino a domenica 20 febbraio proporrà Le furberie di Scapino, classico di Molière in cui è presente in modo esemplare quell'intreccio di crudeltà e vitalità che caratterizza le opere del drammaturgo seicentesco.
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