Scienze e Tecnologia

Tecnologia spaziale per il cinema dell’oratorio

Basta pellicola, i film arrivano nei cinema via satellite grazie a una tecnologia sviluppata a Torino. E non solo nei grandi multisala, ma anche nei cinemetti parrocchiali

Tecnologia spaziale per il cinema dell’oratorio

Da Torino, culla del cinema italiano - qui vennero girati i primi kolossal come Cabiria - arriva una nuova forma di distribuzione del cinema digitale: non più “pizze” con le pellicole che girano per la penisola ma dati che, via satellite, raggiungono direttamente le sale cinematografiche. Il sistema si chiama Microcinema, e già raccoglie 25 sale sparse per il paese. E non si tratta di enormi multisala aperti alle meraviglie del mondo digitale, ma spesso cinema di periferia, da un centinaio di posti in platea. In effetti, il nostro paese non soffre solo di “digital divide” ma anche di “cinema divide”, a quanto pare: sono più di 3.500 i comuni che non hanno un cinema nel raggio di una ventina di chilometri, per un totale di oltre 9 milioni di persone. Poco economici e pratici da raggiungere con la distribuzione tradizionale, troppo piccoli per permettersi connessioni in fibra a banda larga per il cinema digitale classico, ecco che per loro il satellite diventa un insostituibile alleato.

Così nasce questa a prima vista curiosa alleanza tra tecnologia spaziale e cinema da oratorio. In senso letterale: il responsabile tecnologico del progetto, Riccardo Alberti, ha un passato nell’agenzia spaziale Esa dove si occupava proprio di ricerche nel campo del trasferimento via satellite di grossi file multimediali, mentre l’ossatura della prima rete di sale pronte a ricevere i fotogrammi scagliati dal cielo è stata l’Acec, l’associazione cattolica degli esercenti cinematografici. I cinemetti parrocchiali, insomma. Ai quali si sono presto aggiunte altre sale, piccole e medie. «L’obiettivo è arrivare a cento nel 2008, e presto arriveranno anche i grandi multisala», fanno sapere tutti contenti da Microcinema. L’impegno economico è ritagliato sulle esigenze delle realtà non enormi: con circa 40 mila euro si ha il proiettore digitale, i server (Blade Hp), il software, la parabola e tutto quanto serve a proiettare il film. Il sistema sulla carta è abbastanza semplice: per antica e consolidata tradizione, le pizze cinematografiche dei film distribuiti nel nostro Paese sono raccolte a Roma, e lì Microcinema le digitalizza, le comprime, aggiunge tutti i necessari codici Drm e ciò fatto, grazie a una rete privata in fibra gestita da Colt le spedisce a Torino, dove vengono lavorate ulteriormente e inviate al satellite SkyLogic.

Quando il gestore del cinema vuole mettere un film in programmazione, lo compra attraverso un sistema di ecommerce via Web, stabilisce gli orari di proiezione e vende i biglietti. Essendo il satellite bidirezionale, ogni biglietto venduto viene subito registrato da Microcinema, aiutando il personale delle piccole sale a gestire borderò e diritti d’autore nel modo più facile possibile.

Il film è in formato Microsoft Windows Media VC1, che sul campo - assicurano in Microcinema - si è dimostrato molto superiore all’Mpeg 2 e 4.

Commenti