L'esercito degli Stati Uniti ha impiantato e testato con successo il suo primo “brain modem” su un soggetto animale. Il piccolo chip, sviluppato dalla DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency), l’Agenzia per i progetti di ricerca avanzata della Difesa Usa, è stato iniettato nel flusso sanguigno ed una volta raggiunto il cervello ha iniziato a registrare i segnali provenienti dalla corteccia motoria. Il chip ha registrato per sei mesi l'attività neurale e gli impulsi elettrici alla base dei movimenti dell’animale. Lo stentrode così chiamato, potrebbe consentire ai militari, in un futuro non tanto remoto, di controllare i droni con il cervello. I test sull’animale si sono conclusi con successo questo mese. La sperimentazione sull’uomo inizierà tra meno di un anno. Il sensore stentrode, del programma Reliable Neural-Interface Technology (RE-NET) della DARPA, ha le dimensione di una graffetta flessibile. E’ iniettato direttamente tramite un catetere angiografico: in questo modo si elimina l’invasiva chirurgia cerebrale e le annesse difficoltà legate al superamento della barriera emato-encefalica. Iniettato in un vaso sanguigno del collo, lo stentrode ha raggiunto una vena corticale superficiale, sovrastante la corteccia motoria. Il sensore ha registrato i segnali elettrici generati dai neuroni che segnalano le informazioni sul movimento. La tecnologia stentrode sfrutta tecniche ben consolidate nel campo della chirurgia endovascolare. Quest’ultima utilizza i vasi sanguigni come portali per l'accesso a strutture profonde, riducendo notevolmente il trauma associato della chirurgia standard. Le tecniche endovascolari sono abitualmente utilizzate per la riparazione chirurgica dei vasi sanguigni danneggiati e per l'installazione di dispositivi come gli elettrodi. Riducendo la necessità di un intervento chirurgico invasivo – spiegano dalla DARPA - lo stentrode potrebbe aprire la strada ad una serie infinita di implementazioni sul cervello umano bionico del futuro. Lo stentrode sarà iniettato in un cervello umano all’inizio del prossimo anno presso il Royal Melbourne Hospital di Melbourne, in Australia.
L'F-35 CONTROLLATO CON LA MENTE
Lo scorso marzo, una donna paralizzata riuscì a controllare con la sua mente un F-35 ed un monomotore Cessna in un simulatore di volo. Jan Scheuermann, una donna di cinquantacinque anni, tre anni fa si sottopose ad un’innovativa procedura di “neurosignaling”. Inizialmente, la Scheuermann ha iniziato a controllare un braccio robotico con la mente. La donna è riuscita a comandare il braccio facendogli svolgere alcune funzioni come quella di imboccarsi o dare il cinque. Sorprendentemente, gli scienziati scoprirono che la Scheuermann era anche in grado di controllare non una, ma due protesi robotiche con la corteccia motoria sinistra, che in genere è responsabile del controllo fisico del braccio destro. La donna, avanzò allora la richiesta di provare un simulatore di volo, proprio quello dello Joint Strike Fighter. La sua richiesta ha inizialmente suscitato ilarità che si è poi tramutata in stupore ed ammirazione quando la donna, scrivono dal Pentagono “è passata ai comandi dell’F-35”. Il suo cervello ha sviluppato una capacità fino ad oggi nemmeno teorizzata. Da quel momento, non ha sorriso più nessuno. Il simulatore di volo è parte di un esperimento congiunto tra la DARPA e la University of Pittsburgh Medical Center. A differenza dei piloti, che utilizzano la tecnologia per l’addestramento, la 55enne non ha pensato a far volare l’aereo con i classici comandi, ma ha solo immaginato di farlo. La donna, infatti, non ha mai volato, ma ha fatto alzare il caccia grazie alla sua voglia di farlo. Jan Scheuermann è paralizzata dal 2003 a causa di una malattia neurodegenerativa. Nel 2012, ha accettato di farsi installare due elettrodi sulla superficie del cervello, specificatamente nella zona della corteccia motoria, responsabile dei movimenti della mano e del braccio destro. Negli ultimi due anni, ha tollerato queste sonde meglio del previsto, ergo è stata oggetto di esperimenti sempre più sofisticati per determinare quanto in là sarebbe stato in grado di spingersi il suo cervello.
Nell’essere riusciti a fare ciò – commentarono dalla DARPA – abbiamo intravisto il futuro e l’inimmaginabile potenza del cervello umano. Potremmo fargli fare grandi cose, ma anche trasformarlo in un’arma con un potere distruttivo neppure pensato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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