Scienze e Tecnologia

Siri diventa gender neutral

L’assistente vocale di Apple avrà una nuova voce che non apparterrà né a un uomo né a una donna

Siri diventa gender neutral

Siri diventa “gender neutral”, ovvero ci sarà un’opzione che non avrà la voce né di un uomo né di una donna. L’assistente virtuale sviluppato da Apple avrà un ulteriore audio oltre a quelli che tutti i giorni utilizziamo per dare un qualsiasi comando al nostro iPhone, iPad, Mac o Apple Watch.

Il soggetto che ci aiuterà nelle operazioni quotidiane, stavolta, si chiamerà Quinn, nome utilizzato in Irlanda sia per individui di sesso maschile che femminile. La voce, secondo quanto riferiscono gli utenti americani, essendo per il momento disponibile solo in lingua inglese e per la versione beta di iOS 15.4, per alcuni apparterrebbe a una ragazza, mentre per altri a un adolescente. La quinta opzione audio, a breve, come anticipato dagli stessi programmatori di Apple, dovrebbe sbarcare anche nei paesi non anglosassoni, come l’Italia.

La multinazionale con una nota non rinuncia a manifestare il proprio entusiasmo per il lancio del software che consentirà agli utenti di “avere sempre più scelta, anche nell’assistente vocale con il quale parlare. Milioni di persone oggi si affidano a Siri, di conseguenza abbiamo lavorato duramente per rendere questa funzione il più personale possibile”. L'azienda ha anche deciso che non comunicherà il genere del doppiatore, in modo da far restare così il dispositivo neutrale dal punto di vista del sesso.

Non è la prima volta, comunque, che il gruppo di Cupertino si distingue per le battaglie in favore dell’integrazione. Nel 2020, infatti, negli Usa era stata lanciata un’opzione per gli afroamericani, sostenendo così le ragioni del movimento Black Lives Matter. Altra grande novità, poi, è arrivata nel 2021, quando le persone hanno avuto la possibilità di scegliere se confrontarsi con una donna o un uomo fino ad arrivare appunto a Siri asessuato, svolta per quanto riguarda l’universo Lgbt.

Non è da escludere, inoltre, che il modello “gender neutral” presto possa essere adottato anche da altri grandi colossi dell’informatica. Non è utopia, infatti, pensare che tra qualche mese sarà possibile consultare il ricettario su Alexa con una voce che non ricorda più quella della mamma o della nonna. Stesso discorso potrebbe valere per tanti altri comandi vocali che utilizziamo nella quotidianità.

Una cosa è certa: l’innovazione di Apple non mancherà di creare dibattito, anche in Italia, tra chi riterrà valida questo tipo di inclusione e chi invece la considererà superflua e inutile.

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