Per uno come Paul Cézanne che al massimo si spostava da Parigi ad Aix en Provence, ritrovarsi ora in pieno deserto deve risultare assai strano. Cosa ci fa il pittore francese (in vita - ricordiamolo - sempre baciato da clamoroso insuccesso) tra le dune del Qatar? Tutto merito della famiglia reale del ricchissimo emirato, dove se con paletta e secchiello fai un buco nella sabbia subito comincia a zampillare loro nero. Sarà per questo che quando si è trattato di staccare un assegno da 250 milioni di dollari, lo sceicco col pallino dellarte «non ha fatto un plissé» (espressione particolarmente nota nella penisola arabica).
Fatto sta che lopera «I giocatori di carte», dipinta da Cézanne nel 1893, ha già preso la strada di Doha, «nuova capitale dellarte mondiale». Ma oggi cosa vuol dire essere «nuova capitale dellarte mondiale»? Significa che larte - almeno così come è stata intesa per secoli - non esiste più. Al suo posto cè invece il «mercato dellarte»; ma questa è unaltra storia, che - appunto - nulla ha a che vedere la vera arte.
Lultima «mostruosa» aggiudicazione a colpi di petrodollari del capolavoro di Cézanne è la metafora di unepoca de-artistizzata che fa costruire alle archistar musei ciclopici nel nulla, ma col miraggio del tutto. E, se proprio non «tutto - a Doha cè molto. A cominciare proprio dai musei-hi tech che (per loro fortuna) hanno poco a che fare con i nostri musei ancora legati alla schiavitù degli orari, dei biglietti, dei custodi... Tra un anno a Doha aprirà il «Museo nazionale», disegnato da Jean Nouvel con la struttura di un caravanserraglio in onore della cultura beduina del Qatar e con un edificio «a dischi», simile a una rosa del deserto. Ed è qui che verrà esposto «I giocatori di carte» di Cézanne. Non lontano dal «Mathaf» (il museo arabo di arte moderna) c'è «Education City», la «città della cultura», che ospita sei prestigiose università americane e - come tutto a Doha - risulta in galoppante espansione intellettuale. Il Qatar s'è anche candidato a ospitare le Olimpiadi estive del 2020: è probabile che la spunti, perché il futuro è qui. E il trasloco «arabo» del capolavoro del pittore francese è solo il riflesso post-impressionista di qualcosa di epocale.
La notizia dellaggiudicazione dei «I giocatori di carte» è stata riportata dal sito di Vanity Fair. Titolo: «Quadro di Cézanne battuto allasta per 250 milioni di dollari, il prezzo più alto pagato finora per unopera arte». Svolgimento: «Ad accaparrarsi la tela, che rappresenta due contadini intenti a giocare a carte, è stata la famiglia reale del Qatar che, in unasta-record i cui dettagli per ora sono ignoti, ha battuto anche la concorrenza di due dei mercanti darte più importanti al mondo, Larry Gagosian e William Acquavella».
Il dipinto fa parte di una serie di cinque soggetti dedicati dal pittore francese al gioco delle carte ma, quello battuto allasta pochi giorni fa, era lultimo che ancora si trovava in mani private e non in prestigiosi musei quali il «DOrsay» di Parigi e il «Metropolitan» di New York. Il prezzo a cui è stata battuta polverizza così il precedente record, che apparteneva a una tela di Jackson Pollock, «Numero 5», venduta per «soli» 140 milioni di dollari.
«Duecentocinquanta milioni è una bella cifra - ha commentato lesperto darte Victor Wiener -. Ma si tratta di un grande dipinto, della cui vendita si parlava da mesi. Ora tutti considereranno questo prezzo come nuovo metro di paragone: è stata rivoluzionata lintera struttura del mercato dellarte».
Con questacquisto il Qatar si conferma una sorta di new factory globalizzata. Attualmente sono esposte delle opere di Richard Serra e Louise Bourgeois al «Doha Convention Center» e a marzo Doha ospiterà anche il «Global Art Forum», attirando artisti e curatori da tutto il mondo.
Della serie, un grande futuro dietro le spalle.
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