Economia

Telecom: esce Pirelli, Telefonica in campo

Separazione totale tra Tim Brasil e Vivo. Nessuna cessione di asset Il rischio-sanzioni

da Milano

Telecom Italia cambia padrone. L’ok a un’operazione annunciata è arrivato ieri pomeriggio dal Brasile, perché era l’autorità di controllo delle tlc del Paese sudamericano a dover dire l’ultima parola sull’ingresso del gruppo spagnolo Telefonica nel capitale di Telecom. Infatti, in Brasile, Telefonica è uno dei maggiori operatori di telefonia cellulare, tramite il gruppo Vivo (28% del mercato), mentre Telecom controlla Tim Brasil (che ha il 26%): il rischio era quello di una concentrazione lesiva della concorrenza (il gruppo Claro di Carlos Slim è terzo con il 25 per cento).
Per questo il via libera dell’Anatel è stato condizionato: 28 paletti tra cui il principale è proprio la completa separazione tra Vivo e Tim Brasil. Da attuare sotto stretta sorveglianza della stessa Anatel, che applicherà un periodo di sei mesi per verificare il rispetto delle sue decisioni.
Dopo la privatizzazione del ’97, con il gruppo Telecom passato nell’orbita Fiat; dopo l’Opa di Olivetti del ’99, che ha visto il gruppo finire nelle mani di Roberto Colaninno e Chicco Gnutti; dopo l’acquisto della maggioranza da parte di Pirelli nel 2001, con i Benetton in minoranza, e l’inizio dell’era Tronchetti, questa che inizia oggi è la quarta stagione della Telecom privata. Con l’ingresso in forza di un gruppo straniero la maggioranza relativa (un pacchetto del 23,6% del capitale) sarà detenuta da una holding (Telco) dove Telefonica sarà l’unico partner industriale, con il 42% del capitale.
Il rimanente 58% sarà di Generali, Mediobanca, Intesa Sanpaolo e Benetton. Tutti soci finanziari che, se è vero che al momento sono in maggioranza, in prospettiva dovranno uscire. Con la possibilità della nascita di un gruppo di tlc ispano-italiano. Ma per questo è ancora presto.
Tornando a ieri, la decisione dell’Authority non è risultata particolarmente invasiva rispetto alle società, concentrando l’attenzione sul futuro: «Non permetteremo la fusione tra le attività di Telefonica e Telecom Italia in Brasile», ha detto nel corso di una conferenza stampa il consigliere dell’Anatel, Antonio Domingos Peixeira Bedran. E «non permetteremo nessun incrocio tra le due e impediremo anche la presenza di consiglieri incrociati nelle controllate delle due aziende». È Peixeira Bedran che ha parlato delle 28 restrizioni alle quali si dovranno adeguare i nuovi soci di Telecom. Inoltre, nel periodo di prova di sei mesi, Anatel sarà aperta a ricevere eventuali segnalazioni da parte dei concorrenti.
La prossima mossa sarà il closing vero e proprio, che dovrebbe avvenire domani, con le assemblee di Olimpia e Telco. La prima, che detiene il 18% di Telecom, è oggi controllata da Pirelli (con Benetton al 20%). In Olimpia si dimettono i consiglieri e, successivamente, verrà nominato il nuovo consiglio. Il 100% di Olimpia passa a Telco per una cifra intorno ai 4 miliardi, al netto di un debito stimato altri 2,7 miliardi. Pirelli incassa 3,3 miliardi, Benetton poco meno di 700 milioni.


L’assemblea di Telco vara gli aumenti di capitale necessari per comprare Olimpia, riceverà il versamento di Telefonica e i conferimenti di Mediobanca e Generali in azioni: alla fine avrà il 23,6% di Telecom.

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