Telecom nella bufera, soci in manovra

da Milano

Giornata difficile per Telecom in Borsa. Il titolo del gruppo telefonico ha perso, infatti, oltre il 4% dopo l’intervista al Sole-24 ore rilasciata da Gilberto Benetton, uno degli azionisti di Telco, la holding che controlla il gruppo, dove paventava un possibile aumento di capitale e anche una sua uscita dalla società.
«Se non saremo soddisfatti - ha dichiarato Benetton - usciremo: prima o poi Telecom dovrà fare un aumento di capitale e in quella occasione potremmo decidere di non sottoscriverlo e, quindi, di diluirci nella compagine azionaria». Parole dure che hanno fatto precipitare il titolo in mattinata di oltre il 9 per cento.
E le cose potevano anche andare peggio se, a fermare il disastro, non fosse intervenuto il presidente Gabriele Galateri che ha smentito la possibilità di ricorrere al mercato per reperire capitali. «Non è allo studio alcuna ipotesi di aumento di capitale», ha ribadito il presidente. Ma certo le parole di uno dei soci di peso della società sommate alla ormai cronica debolezza del titolo Telecom ha creato nuova incertezza tra gli operatori di Borsa. E cresce l’attesa per i conti trimestrali che la società comunicherà l’8 agosto prossimo e che gli analisti prevedono sotto le attese per l’immobilismo del mercato domestico e la scarsa crescita del Brasile.
Al centro dell’attenzione ci sono le mosse dell’amministratore delegato Franco Bernabè, che i soci vorrebbero certamente più aggressivo nei confronti del mercato. E anche Benetton, pur rinnovando la fiducia nel management, ha sottolineato che «senza una vera scossa industriale la compagnia telefonica non potrà risollevarsi». La voce di Benetton si somma a quella di Marco Fossati che con la sua Findim, la finanziaria di famiglia, possiede il 4,5% di Telecom e che nei giorni scorsi aveva ribadito di essere pronto a presentare un piano industriale entro settembre se Bernabè non dovesse apportare modifiche alla strategia industriale del gruppo. L’attivismo di Fossati è più che comprensibile dato che la perdita per Findim sul pacchetto di azioni Telecom si aggira ormai intorno ai 300 milioni di euro. Ma anche gli altri soci adesso sembra che non abbiano intenzione di stare a guardare.
«Non c’è dubbio che se l’economia rallenta anche il settore delle telecomunicazioni subisce un contraccolpo - ha commentato Giulio Baresani Varini, direttore investimenti di Banca Mb - ma le perdite sul titolo Telecom sono davvero preoccupanti. E si capisce che i soci siano impazienti, mentre Bernabè si è limitato a presentare a febbraio un piano industriale poco convincente». Secondo Baresani i conti della società non saranno certo brillanti, ma pur sempre in utile. «Telecom ha un debito pesante - ha aggiunto - ma il 78% è a tasso fisso. Il problema vero è che non ha soldi da investire. Anche l’operazione su Tiscali, che li vede da mesi alla finestra, potrebbe essere un’opportunità, ma la società non dispone dei mezzi finanziari per portarla a compimento».
Intanto oggi è un altro giorno importante: i soci si ritroveranno per fare approvare il minibilancio dei primi 4 mesi del 2008 di Telco. Un’occasione per guardarsi negli occhi in piena bufera. Non sarebbero previste al momento svalutazioni della quota Telecom, in carico a 8,8 miliardi di euro contro i 3,8 miliardi del valore di mercato e dunque sono 5 i miliardi di minusvalenza che gravano sui soci. Ieri l’authority guidata da Lamberto Cardia ha chiesto una mappa dei soci con quote superiori al 2% da cui non sono emerse variazioni di particolare rilievo.

Per Consob dopo Telco, il socio di riferimento che detiene il 24,5% del capitale, è la Findim della famiglia Fossati il secondo azionista con il 4,451%. Poi ci sono due fondi: Brandes Investment Partners che detiene il 4,024% e Barclays Global Investors con il 2,308%.

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