Saranno questi prossimi giorni, da oggi a lunedì, quelli decisivi per le scelte del vertice di Telecom. Ieri il comitato nomine di Mediobanca, dove siedono i manager Renato Pagliaro, Alberto Nagel, Alessio Vinci e i soci Marco Tronchetti Provera, Vincent Bolloré e Dieter Rampl, hanno affrontato la questione: Mediobanca, con Intesa e Generali, è tra i soci italiani che insieme comandano in Telco, la holding che ha il controllo di Telecom.
Quello che si è appreso, oltre alla conferma di Tarak Ben Ammar e di Pagliaro nel cda di Telecom, che lattuale ad Franco Bernanbé sarebbe più disponibile rispetto a un primo momento a rivedere lattuale governance. Lassetto di cui gli azionisti hanno parlato in questi giorni prevedeva per Bernabè il passaggio alla presidenza, mantenendo però un ruolo esecutivo. Mentre due manager interni, Luca Luciani per il Sud America e Marco Patuano per lItalia, avrebbero gestito lazienda. Unipotesi che risponde alla richiesta degli azionisti di far evolvere la governance per massimizzare le potenzialità di gestione del gruppo, anche valorizzando le risorse interne. Ma cè modo e modo di porre la questione: di fronte a un passo indietro, ancorché verso una presidenza, Bernabè si irrigidisce sicuramente anche perché nessuno degli azionisti si è mai espresso in questo senso: anzi, quelli che hanno parlato, in pubblico e in privato, hanno espresso soddisfazione per il lavoro del manager in Telecom. Tuttavia la gestione di unazienda come questa, che richiede risorse manageriali in settori così diversi (dalla regolamentazione, allestero; dal mercato domestico, alle relazioni sindacali) richiede forse una specializzazione maggiore.
Nel week-end, prima del cda di Telco di lunedì, si dovrebbe arrivare a un accordo anche sulle sfumature.
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