Telefonate in codice per lo scambio di cocaina

«Ciao, c’è una cena con amici, che fai, vieni anche tu?». Oppure «questa sera ci vediamo tutti a cena». Apparentemente innocue conversazioni telefoniche tra persone che abitano in diverse città come Roma e Napoli. In realtà frasi in codice per stabilire gli appuntamenti per lo scambio della droga con il denaro, tra i vari componenti dell’organizzazione di pusher arrestati ieri mattina dai carabinieri del Gruppo di Frascati. Un bel colpo per i militari dell’Arma che hanno interrotto così un flusso di cocaina che da Scampia arrivava alle porte della capitale. Un traffico di droga che, secondo quanto accertato dagli investigatori faceva entrare nelle casse della banda circa 150 mila euro al mese. Sette le persone arrestate, cinque a Colleferro e due a Scampia, popoloso e pericoloso quartiere napoletano.
L’indagine, hanno spiegato i carabinieri, era partita circa sei mesi fa nella cittadina non lontana da Roma dove, due delle persone arrestate gestivano alcuni pub molto frequentati dai giovani. Partendo proprio dal continuo via vai di frequentatori dei locali di Colleferro, i carabinieri si sono imbattuti nei frequenti viaggi di un gruppo di persone già conosciute alle forze dell’ordine. Viaggi che, è stato poi appurato, servivano solamente per prendere la cocaina a Scampia e spacciarla quindi nella cittadina laziale. I carabinieri hanno stimato che la banda riusciva a spacciare circa un chilo di cocaina purissima al mese.
L’organizzazione, oltre a servirsi di diversi telefoni cellulari e frasi in codice, usava anche uno stratagemma per evitare eventuali controlli da parte delle forze del’ordine.

Una volta presa la partita di droga a Scampia, infatti, la banda tornava verso Colleferro ma, all’altezza di Frosinone, dove l’autostrada costeggia un viottolo di campagna, cedeva la cocaina ad una terza persona, generalmente un incensurato, che si preoccupava di farla arrivare in fretta nei due locali dove veniva successivamente spacciata. L’indagine è stata effettuata anche grazie alle intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre a sofisticati sistemi di radiolocalizzazione di mezzi.