Politica

È il telefonino l’oggetto più sporco

da Milano

L'inseparabile cellulare è l’oggetto più sporco che usiamo nella vita di ogni giorno. Un ricettacolo di germi e batteri, molto più della tavoletta del water, della suola delle scarpe o della maniglia di una porta. A mettere in guardia da questi abitanti dei telefonini e dai rischi per la salute è un'équipe di microbiologi britannici, che ha contato decine di migliaia di microbi per ogni 6,5 centimetri quadrati di superficie del cellulare. Fra questi, anche lo Staphylococco aureo, responsabile di bolle e vesciche, di polmonite a volte letale e meningite.
Il continuo «maneggiamento» e il calore sprigionato dal telefono sono una combinazione ideale per i batteri che proliferano all'insaputa di chi manda sms, scatta foto o semplicemente chiacchiera, insomma vive con il telefonino sempre a portata di mano. «I cellulari - afferma Joanna Verran, microbiologa della Manchester Metropolitan University - girano in tasca o in borsa, vengono appoggiati un po’ dappertutto, maneggiati di frequente e sono spesso a contatto con il viso. In altre parole - sottolinea - attirano una vasta gamma di batteri più della tavoletta del water, della cui scarsa igiene tutti si preoccupano». Il consiglio, dunque, è di lavarsi le mani dopo un messaggino o una telefonata e soprattutto, come raccomandano le stesse aziende produttrici, pulire frequentemente i telefonini con anti-batterici.
Cellulare in testa alla classifica, dunque, ma quali sono gli altri oggetti d'uso comune che competono in sporcizia? I batteri sono in agguato in casa, in ufficio e anche al bar come spiega bene il professor Maria Rita Gismondo, direttore del laboratorio di microbiologia dell'ospedale Sacco di Milano. «Tra gli oggetti ricettacoli di batteri ci sono i citofoni, le tastiere degli ascensori, i tappeti, le moquette per restare tra le quattro mura domestiche. Una volta fuori casa i primi ad essere a rischio sono i sostegni dei mezzi pubblici. Ma non è il caso di fare degli allarmismi, l'importante è adottare delle strategie per arginare i rischi, come non portarsi le mani alla bocca se ci si è appesi alle maniglie di tram e metropolitana e lavarsele appena si rientra a casa».
Una volta abbandonati i mezzi pubblici non abbandoniamo però i nemici della nostra salute. «In ufficio ne troviamo tanti - sottolinea la professoressa Gismondo - da quelli adagiati sulle tastiere dei computer a quelli rintanati sulle maniglie di porte e finestre». I batteri ci seguono anche al bar. Li troviamo su sedie e tavolini. Per non parlare di quelli che troviamo alla cassa. Il denaro è sporchissimo. «Basti pensare - precisa la microbiologa milanese - che uno studio ha appurato che un dollaro in 48-72 ore fa il giro del mondo. Non dobbiamo però fare una caccia alle streghe. È vero, viviamo in un mondo immerso nei batteri, ma ci possiamo difendere adottando pratiche igieniche che ci preservano da infezioni non trasformando i batteri in agenti patogeni. Come lavarsi le mani dopo aver utilizzato oggetti usati da molte persone».

Un ultimo consiglio è per chi se ne sta sdraiato in spiaggia: per proteggersi da eventuali infezioni adagi sempre un asciugamano personale sulla sdraio.

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