«Tenere la politica separata dagli affari»

da Milano

Si doveva parlare soltanto di un libro, Fare il futuro dell’ex ministro Maurizio Gasparri, ieri sera al Circolo della Stampa di Milano. Ma trovandosi attorno a un tavolo politici e imprenditori, era inevitabile che pur senza toni accesi la discussione finisse per tracimare, pur se fugacemente, e soltanto in chiusura, sul tema del giorno: quel rapporto tra politica e affari riemerso prepotentemente dopo le intercettazioni telefoniche che hanno portato alla luce il tifo più che sportivo dei Ds nei confronti della scalata Unipol alla Bnl.
Sollecitato dalla moderatrice Maria Latella a esprimere un parere sul tema, il numero uno di Mediaset, Fedele Confalonieri, ha fatto una battuta sdrammatizzante, ma molto apprezzata dal pubblico. «È utile ed è un bene che le cose escano fuori, così almeno non ci sono più vergini», ha detto tra gli applausi Confalonieri, riferendosi chiaramente agli interessi affaristici della sinistra. E se si parla di conflitto di interessi, come peraltro la stessa sinistra ha sempre fatto, quello di Berlusconi - ha aggiunto Confalonieri - «è lì sotto gli occhi di tutti, al vaglio degli elettori e del mondo economico». Parere condiviso da Gasparri: «Berlusconi ha scritto in fronte il conflitto d’interessi, mentre dall’altra parte non era scritto, ma in realtà c’era».
Tronchetti ha risposto in modo molto deciso, in questo caso nella sua veste di numero due della Confindustria.

Sostenendo che il rischio, ora, «è che chi non ha rispettato le regole cerchi di coinvolgere aziende o persone che non c’entrano niente». Col risultato che «poi la gente pensa che tutta la classe dirigente non rispetti le regole e sia corrotta. Non è vero: c’è gente seria che lavora in modo sano da mattina a sera e ci sono alcuni che hanno rubato».

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