Venti anni fa si giocava il primo match tra Federer e Nadal

Lo svizzero era già numero 1 del mondo, lo spagnolo solo 34esimo, ma vinse lui: a Miami, nel 2004, l'inizio di una rivalità leggendaria

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Soltanto un mese prima Mark Zuckerberg ha creato Facebook, ma c'è un'altra invenzione che è destinata a superarlo. Miami, 28 marzo 2004: sul campo del Master si sfidano il già numero 1 del tennis mondiale, Roger Federer, e il numero 34 Rafael Nadal. Il primo ha ventidue anni, il secondo appena diciassette. Ecco, l'invenzione della loro rivalità supera qualsiasi social network.

I bookmakers non hanno dubbi. Vincerà Roger a mani basse. Troppo acerbo, lo spagnolo, per pensare di contendere quel terzo turno del torneo ad uno che ha già vinto Wimbledon e l'Australian Open, ovvero i più prestigiosi tasselli del Grande Slam. Federer pure è giovanissimo, ma ha già fatto vedere di cosa sia composto quel suo tennis regale, con i sontuosi rovesci ad una mano, i passanti atomici ed un raffinatissimo serve and volley.

Il nome di Nadal, invece, comincia ad imprimersi sulle labbra degli addetti ai lavori in quelle settimane: carnagione che dà sull'olivastro, una fascetta a raccogliere i lunghi capelli scuri e due braccia enormi, che sono il motivo di colpi che assomigliano a palle di cannone. Quelle che oggi gli serviranno per soprendere tutti quanti in mondovisione.

Perché Federer parte sicuro e pulito come sempre, ma capisce subito che il suo rivale non lascia un colpo. Rafa è una molla. Le sue gambe, dinamite pura. Si allunga sulla fatidiche traiettorie ricamate dal sublime svizzero e le neutralizza. Viene a rete quando serve, con coraggio, disinnescandone l'entusiasmo. Si difende più spesso dal fondo, da dove spara missili ipersonici.

I commentatori sono perplessi. Il pubblico, stordito. Com'è possibile che sul regno di Roger tramonti il sole di Miami? Eppure il primo set è dello spagnolo, che lo porta a casa con un perentorio 6-3. Vabbè, mormora chi assiste, dev'essere stato un caso. Un momento di smarrimento per l'eroe svizzero. Niente affatto.

Federer continua a cucire il suo tennis aristocratico, ma Nadal replica con tribalità inaudita. Anche il secondo set finisce 6-3 per lui e il match termina, incredibilmente, dopo soli 69 minuti. In quell'esatto momento tutti quanti capiscono che il Re ha appena trovato un degno rivale. Nadal poi si fermerà al quarto turno, sconfitto dal cileno Fernando González, mentre il torneo lo solleverà l'allora numero 2 del mondo, Andy Roddick.

Ma quel giorno di vent'anni fa il vero successo, per Roger, Rafa e tutto quanto il pubblico, è il sorgere di quella incredibile contesa per lo scranno più luccicante di questo sport.

Federer e Nadal si incontreranno poi ancora quaranta volte. La loro leggenda crescerà di pari passo, sempre ripensando, con un sorriso che si allarga, a quel giorno di marzo a Miami in cui la storia del tennis svoltò per sempre.

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