«Incredibile». Lo scrive lei sulla telecamera dopo aver aperto il suo sorriso al mondo, mentre- incredibile, no? - l’intervistatrice a bordo campo le chiede con grande originalità se la sera poi avrebbe mangiato la pizza. Ma questa volta Jasmine Paolini ci può passare sopra: quello di Dubai è il suo primo titolo 1000 nel circuito Wta, il gradino subito sotto degli Slam nella scala evolutiva del tennis. E prima di lei c’erano riusciti solo Flavia Pennetta e Camila Giorgi.
Incredibile, dunque, anche che nell’era Sinner dei maschi, spunti una tennista a vincere un titolo così e a salire al numero 14 del mondo, anche se poi non può essere sorpresa. Troppi segnali aveva lasciato Jasmine negli ultimi tempi, e il bello della vittoria contro la russa Kalinskaya di ieri (4-6, 7-5, 7-5) è che chiude il cerchio della sconfitta in due set contro la stessa avversaria agli Australian Open. E d’altronde la capitana della squaimparare dai suoi errori».
Viva Jasmine, allora, dopo una vita sempre di rincorsa, tra alti e bassi vissuti nei tornei peggiori di Caracas (e similari), che ha trovato in Renzo Furlan il coach perfetto: «Sono contenta di aver resistito con lui anche nei momenti più difficili, è la persona giusta per me».
Di rincorsa anche a Dubai, dove con la Maia al primo turno era sotto di un set e di un break prima di vincere 6-0 al terzo, così come ieri, nel set finale, si è ritrovata 4-5 e servizio della russa, prima di infilare tre game micidiali. Incredibile anche la sua simpatia, con quello spirito toscano di Castelnuovo Garfagnana e l’influsso della mamma ghanese di origine polacca.
Un grande mix esploso ora a 28 anni, e il senso è che alla fine il lavoro paga, se sei una ragazza seria: «Un grazie alla mia famiglia, il mio bacio è per loro. Sono orgogliosa di quello che ho fatto, ho dimostrato di credere in me stessa. Certo, essere arrivata a vincere questo titolo è davvero incredibile». Davvero?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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