Paolini perde in finale ma esce dal campo col sorriso ritrovato

A Cincinnati l'italiana battuta da Iga Swiatek 7-5, 6-4 dopo una lotta alla pari di 1 ora e 47 minuti

Paolini perde in finale ma esce dal campo col sorriso ritrovato
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Alla fine l’Italia del tennis di tre finali a Cincinnati non ne ha vinta una. Però ne esce con il sorriso ritrovato di Jasmine Paolini, battuta da Iga Swiatek 7-5, 6-4 dopo una lotta alla pari di 1 ora e 47 minuti che certifica il ritorno della campionessa azzurra al livello che l’ha portata a giocare due finali Slam e a vincere a Roma. Insomma: nonostante Jasmine fosse sfavorita dal pronostico è stata battaglia. E addirittura all’inizio la polacca – molto fallosa – si è ritrovata in un amen sullo 0-3 e con tanti pensieri in testa. Lei, che a volte ne ha fin troppi.

Trovato il ritmo, la Swiatek ha cominciato la risalita finendo poi per fare il break decisivo sul 5-5 che le ha spianato la strada per il resto del match, ma non sono mancati scambi spettacolari, soprattutto uno concluso dalla Paolini con un passante di dritto per salvare una palla break che è diventato la copertina della sfida. Nel secondo set, insomma, Jasmine ha provato a resistere in tutti i modi, ma alla fine è arrivata anche un po’ di stanchezza, visto il duro match del giorno prima contro la Kudermetova e il caldo implacabile di questi giorni in Ohio. E il finale ha premiato una Swiatek che ora ritrova il numero 2 nella classifica mondiale.

Come detto, però, la sconfitta non ha tolto il sorriso alla Paolini, anzi. Tanto che alla premiazione ha avuto l’indice di gradimento maggiore, soprattutto quando – dopo essersi complimentata con Iga – ha, tra l’altro,speso due parole anche per Jannik Sinner: “Gli auguro di riprendersi presto, mi spiace per voi che non avete potuto godervi la partita contro Alcaraz. Ma quei due li rivedrete di certo ancora a lungo, sono davvero fantastici”. La Swiatek, a quel punto, è riuscita a scherzare, cosa che non avviene spesso: “Bellissimo discorso Jasmine, adesso non so più cosa dire…”.

L’obbettivo ora è confermare agli UsOpen i progressi visti a Cincinnati: con la finale del Masters 1000 la nostra numero uno risale al numero 8 del mondo, il che vuol dire essere nella teste di serie più nobili e avere un tabellone migliore. New York, insomma, la aspetta con fiducia.

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