
Gioia, lacrime, pianti. Uno che stramazza per i crampi durante la premiazione, l'altro che ripete «abbiamo vinto tutti e due», la commozione che coinvolge il resto del tennis. In realtà a vincere davvero è stato Valentin Vacherot, primo monegasco a trionfare in un Masters 1000, cosa che possiamo considerare visto quanti tennisti risiedono a Monte Carlo senza averne la cittadinanza un altro record. La disfida dei cugini di Shanghai è stata una festa di famiglia annunciata: davanti un divertito Roger Federer (altro esperto di lacrimoni finali) il favorito Arthur Rinderknech ha ceduto all'emozione, tanto da crollare per terra sfinito durante la premiazione, mentre il ragazzo con cui ha passato la gioventù continuava a ringraziare tutti uno per uno. Trent'anni Alex, quattro di meno Valentin (a destra nella foto col cugino), insieme hanno vissuto in un college americano sognando di diventare qualcuno, e adesso Vacherot può dire di avercela fatta: da oggi passa dal posto 204 al numero 40. Dopo aver vinto in rimonta (3-6, 6-4, 6-4) e finire nelle braccia del cugino per un lunghissimo abbraccio.
Il tennis, di solito, non vede scene del genere. È vero: i tornei Atp avevano già contato tre finali tra fratelli, ma di sicuro ieri la partecipazione dei due clan in tribuna, diventato uno solo, ha fatto venire i brividi a tutti. «È irreale quel che è successo», ha spiegato il vincitore. Ed in effetti per uno entrato nelle qualificazioni come Lucky Loser, che si è salvato a due punti dalla sconfitta in un match e che poi ha infilato il tabellone principale fino ad arrivare all'impossibile, ogni aggettivo è azzeccato. «Sono felicissimo, però oggi avrebbero dovuto esserci due vincitori. Purtroppo non è possibile: so che per Arthur è dura, eppure oggi non ci sono sconfitti, c'è solo una famiglia in festa. Sono arrivato alla Texas A&M grazie a lui e sognavo di entrare in Top 100: ora ci siamo insieme». Famiglia che vuol dire anche Benjamin Balleret, suo coach e fratellastro: hanno la stessa madre.
E soprattutto Rinderkech, che - prima di crollare ed essere soccorso dal fisioterapista - aveva faticato a non singhiozzare: «Non potevo fare di più, sono felicissimo per te Valentin: ti voglio bene». Roba da Libro Cuore, diciamolo. E se Vacheret ha osservato bene, il suo nome nell'albo d'oro segue quelle di Jannik Sinner: una favola, appunto.