Quella tra Nicola Pietrangeli e Adriano Panatta è stata una tra le più grandi rivalità dello sport italiano. Per decenni i due si sono contesi il titolo del tennista italiano più grande di sempre, prima che l'avvento di Sinner togliesse ogni dubbio tra chi scegliere. Vittorie, liti e abbracci. E ancora liti. Un rapporto durato più di cinquant'anni in cui si sono detti sempre praticamente di tutto, senza risparmiarsi qualche "vaffa". Tra chi mal digeriva che il tempo che avanza potesse offuscare la sua epoca d'oro e chi, soprattutto negli ultimi tempi, preferiva rispondere alle polemiche con la giusta dose di ironia per rispetto del campione più anziano. Ma che ci fosse grande affetto tra i due, nonostante le tante litigate è fuor di dubbio.
Si conoscono proprio negli anni '50, quando il piccolo Adriano accompagna papà Ascenzio, custode del Tennis Club Parioli, e comincia ad appassionarsi alla racchetta. Da lì il nome "Ascenzietto" come Pietrangeli chiamava scherzosamente Panatta. Da allora entrambi fanno la storia del tennis italiano, anche se le possibilità di incrociarsi sui campi sono piuttosto rare, visti i 17 anni di differenza. Di fatto i due si sfidano solo quattro volte. Il trionfo nella Coppa Davis, la prima della storia per l'Italia, nella storica trasferta nel Cile di Pinochet, vide tutti e due protagonisti. Uno da capitano e l'altro da tennisti. Ma finì per dividerli con una pesante rottura. Nel 1978, fece scalpore una ormai celebre puntata della Domenica Sportiva, in onda sulla Rai. Nel corso di un’intervista al tennista romano, che stava parlando del ruolo di capitano all’interno della squadra di Davis, Pietrangeli fece irruzione nello studio, tra la sorpresa dei presenti e lo sbigottimento dello stesso Panatta.

Il rapporto ormai incrinato aveva portato infatti al siluramento di Pietrangeli da capitano, come lui stesso raccontò: "Per me, figlio unico, Adriano era il fratello più piccolo che non avevo mai avuto. Per questo nel 1978 ho sofferto così tanto per il suo tradimento". Ecco come andò: "Nel 1978 la banda dei quattro organizzò un complotto per mandarmi via. Per la cronaca, l’anno precedente eravamo arrivati in finale. Eppure, dopo un primo e un secondo posto, la ricompensa fu un calcio nel sedere. Non ci parlammo per cinque anni". Poi dopo un silenzio lungo cinque anni tra i due, arrivò la riconciliazione tra i due: "Fu lui a rompere il ghiaccio e a ricucire lo strappo. Nel 1983. Eravamo a Cortina, non ricordo più perché. Di certo avevamo bevuto il giusto. A un tratto cominciò a piangere sulla mia spalla e mi chiese scusa" ha raccontato l'ex tennista.

Ma alla fine era più forte Pietrangeli o Panatta? Questo il parere di Lea Pericoli, raccontato su Il Giornale: "È una vecchia storia e un discorso difficile da fare. E come se mi chiedessero dei due amori della mia vita quale ho amato di più. Uno era dolce, comprensivo, dolcissimo, biondo e tenero; l'altro forte, intelligente, buono e pieno di coraggio. Sono due giocatori totalmente diversi, che io ho ammirato nello stesso modo. Nicola dice: "Ai miei tempi si giocava meglio a tennis. Drobny, Patty, Hoad e Laver erano più bravi dei giocatori attuali". Adriano sostiene che il tennis di allora era molto più lento, i tabelloni erano addomesticati, i campioni si trovavano in finale senza dover lottare molto. Oggi, secondo lui, è più logorante". Qualche tempo fa Pietrangeli rispose alla stessa domanda senza giri di parole: "Chi è più forte tra me e Panatta? Leggiamo chi ha vinto di più.
Lui ha vinto 14 tornei, io 47. Però abbiamo giocato contro quattro volte e lui mi ha battuto in tre occasioni. Va detto che ha 17 anni meno di me". Almeno oggi siamo sicuri che a Panatta toccherà dar ragione a Pietrangeli.