
Sfuriate, gesti volgari, racchette distrutte e parole pesanti rivolte a un fotografo: non è stata solo una sconfitta al primo turno degli US Open per Daniil Medvedev, ma anche una vera e propria caduta di stile. Il tennista russo, ex numero uno del mondo, ha chiuso il match contro il francese Benjamin Bonzi con una multa salatissima da 42.500 dollari.
Una cifra che fa rumore, pari al 40% del premio di partecipazione al torneo, e che racchiude in sé 30.000 dollari per condotta antisportiva e altri 12.500 per “abuso di racchetta”, dopo che il russo ha letteralmente distrutto la sua arma da gioco sul cemento di Flushing Meadows.
La rabbia contro il fotografo
Il momento più discusso è avvenuto durante il terzo set, nel momento decisivo: Bonzi stava servendo per il match point, quando un fotografo a bordo campo si è mosso verso l’uscita, disturbando l’atleta francese che ha sbagliato la prima di servizio. L’arbitro ha concesso di ripetere il punto, ritenendo il movimento una distrazione esterna.
A quel punto, Medvedev ha perso completamente il controllo, scagliandosi verbalmente contro il fotografo: "Sei un uomo? Perché stai tremando? Che c’è che non va, eh? Lui vuole andarsene! Viene pagato a partita, non a ore!". Un attacco durissimo, che ha lasciato il pubblico incredulo e ha richiesto l’intervento dell’arbitro per riportare la calma in campo.
Gesti volgari e racchette distrutte
Il match è proseguito tra continue provocazioni al pubblico, urla e proteste nei confronti delle decisioni arbitrali. Medvedev ha portato a casa il terzo e quarto set, salvo poi crollare nel quinto, lasciando il campo tra fischi e sguardi perplessi.
Ma prima di uscire, ha deciso di scaricare la rabbia sulla sua racchetta, sbattendola più volte a terra fino a renderla irriconoscibile. Gesti accompagnati da segnali osceni e provocatori che, secondo alcuni presenti, “non si erano mai visti prima in un match di apertura degli US Open”.
Una sconfitta che pesa (anche sul conto)
Quello che doveva essere l’inizio del riscatto per Medvedev si è trasformato in un pasticcio tecnico, emotivo e mediatico. Oltre all’eliminazione prematura, ora dovrà affrontare anche le conseguenze disciplinari e il danno d’immagine che ne deriva.
In un circuito dove il comportamento in campo è sempre più sotto osservazione,
l’episodio di Medvedev riapre il dibattito su limiti, pressioni e autocontrollo negli sport ad alto livello. Ma per ora, al russo resta una certezza: 42.500 motivi per riflettere sul proprio comportamento.