Jihad su TikTok e Telegram, sventato in extremis un attentato a Parigi: "Omaggio a Bin Laden"

Tre giovani donne sono state arrestate il 7 ottobre in Francia, accusate di voler progettare un attentato jihadista a Parigi dopo mesi di sorveglianza e intercettazioni

Jihad su TikTok e Telegram, sventato in extremis un attentato a Parigi: "Omaggio a Bin Laden"
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In Francia tre giovani donne sono state arrestate con l'accusa di voler pianificare un attentato jihadista a Parigi. Secondo i rapporti di sorveglianza della Direzione Generale per la Sicurezza Interna (DGSI) si identificavano come salafite, non uscivano mai di casa senza un niqab che coprisse interamente il loro volto ed erano solite consumare ingenti quantità di propaganda islamica radicale su Snapchat, TikTok e Telegram. I media francesi hanno scritto che B., 19 anni, K., 21 anni, e A., 18 anni stavano pianificando un'azione violenta: un possibile attacco suicida con una cintura esplosiva in una sala concerti o in un bar della capitale francese. Sono state fermate lo scorso 7 ottobre, poste in custodia cautelare e accusate "associazione a delinquere terroristica" nell'ambito di un'indagine giudiziaria aperta dalla Procura Nazionale Antiterrorismo (PNAT).

Cosa è successo a Parigi

Secondo quanto riportato da Le Parisien, le tre donne di nazionalità francese sono state arrestate prima che potessero compiere eventuali gravi gesti a Vierzon (Cher), Lione e Villeurbanne (Rodano), dove risiedevano, dopo diversi mesi di sorveglianza discreta e intercettazioni telefoniche. È stata B., considerata la leader di questo trio femminile, ad apparire per prima sul radar antiterrorismo. A capo di un account TikTok seguito da 20.000 iscritti, nel quale pubblicava contenuti pro-jihad, la ragazza partecipava anche a gruppi Telegram monitorati dalla DGSI che riunivano fanatici dello Stato Islamico. Con lo pseudonimo "YCC", B. ha condiviso in una chat la sua intenzione di compiere un'operazione e che stava cercando "equipaggiamento per due persone" e "qualcuno che le insegnasse come usarlo".

La giovane ha spiegato che il suo piano era quello di procurarsi armi da fuoco e cinture esplosive per attaccare una sala concerti o un bar a Parigi, uccidendo persone innocenti e diventando infine una martire. Il 23 luglio 2025, la Procura antiterrorismo ha aperto un'indagine preliminare. B. è stata identificata come una diciannovenne disoccupata di Lione che aveva abbandonato la scuola dopo il diploma. Le indagini degli investigatori della DGSI hanno rivelato una corrispondenza con due "sorelle" che potrebbero essersi offerte volontarie per partecipare al suo piano mortale. La prima è K., una ventunenne paraplegica con un passato turbolento.

Vittima di un ictus spinale all'età di 15 anni, questa ragazza nativa di Perpignan ha lasciato la casa di famiglia all'età di 18 anni, dopo una lite con la madre. Inizialmente, ha vissuto per le strade di Parigi sulla sua sedia a rotelle, prima di trasferirsi in un rifugio per senzatetto a Bourges (Cher) e poi stabilirsi in un appartamento a Vierzon. In cura per un disturbo dello spettro schizofrenico, era stata anche segnalata dalla madre per tendenze suicide. La sospettata si è convertita all'Islam nel 2023 dopo aver letto il Corano. La terza complice del trio è stata identificata come A., di soli 18 anni.

Attentato sventato?

Dopo aver mantenuto una corrispondenza virtuale per diverse settimane su Telegram e Snapchat, B., K. e A. si sono incontrate più volte, a volte in gruppi di due, a volte in gruppi di tre, a Lione durante il mese di settembre. Questi incontri hanno sollevato preoccupazioni all'interno della DGSI circa una possibile accelerazione del violento attacco pianificato.

In seguito agli arresti, la perquisizione dell'abitazione di B., la presunta capobanda, ha portato al ritrovamento di un quaderno che elencava le fasi e i dettagli del suo piano per attaccare Parigi: ingredienti per realizzare una cintura esplosiva, il costo di un kalashnikov, la tipologia di obiettivi: sale da concerto, locali notturni, ecc. Durante l'interrogatorio, la giovane donna di Lione ha affermato di aver abbandonato questo progetto jihadista "disorganizzato e mal concepito" durante l'estate. Si è descritta come "impulsiva" e "incapace di portare a termine il piano".

Durante gli interrogatori, la giovane donna non ha nascosto il suo odio per il sistema francese, affermando di voler "vivere sotto la legge della Sharia" e di "preferire le leggi religiose a quelle della Repubblica". A suo dire, il suo desiderio di morte l'aveva spinta a prendere di mira un agente di polizia per farsi uccidere a sua volta e "raggiungere il martirio".

Quanto a K.

, la giovane paraplegica ha ammesso di aver sentito parlare del complotto suicida. Tuttavia, sostiene di aver dissuaso B. dal metterlo in atto, consigliandogli invece di emigrare in Algeria. La terza giovane donna, A., è stata scagionata da ogni coinvolgimento dalle sue due amiche.

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