Barbara Silbe
In copertina cè un uomo, faccia simpatica, pelle rugosa, gli occhi astuti che fingono di guardare da dietro una fotocamera inesistente. È lo scrittore Tiziano Terzani, le sue mani davanti al viso barbuto a mimare uno scatto solo immaginato. Di fronte a lui il fotografo Vincenzo Cottinelli, autore del libro «Tiziano Terzani. Ritratto di un amico» che è stato presentato a Villa Visconti dAragona, a Sesto. Si tratta di una raccolta di scatti intimi, pubblicati da Antonio Vallardi Editore e realizzati da uno dei più sensibili ritrattisti di scrittori italiani.
Nella nota introduttiva Cottinelli stesso confessa di non avere mai frequentato assiduamente Terzani. I loro incontri furono pochi e di breve durata. La loro amicizia si basava sulla fiducia, sulla stima, sullinteresse comune per il viaggio e per la gente incontrata lungo il tortuoso cammino della vita, per gli essenziali interrogativi sul senso dellesistenza. Insomma, ununione qualitativamente perfetta, che calzava quanto un bottone infilato in unasola.
Come in un album dei ricordi, lobiettivo di Cottinelli ci racconta di questo eccelso narratore dellOriente come non lo avevamo mai immaginato. Ferma momenti come il matrimonio della figlia Saskia, le meditazioni in solitudine, la sua partecipazione alle mostre darte o quando venne acclamato dalla folla dei fan al Festival Letteratura di Mantova. E ancora a Nuova Delhi, a Orsigna o a Calcutta per il matrimonio del figlio Folco, con numerosi invitati indiani, la gente in festa per le strade e lui gongolante come un sultano con il suo popolo. Il volume raccoglie le opere già esposte la scorsa primavera alla Galleria Grazia Neri.
Ogni immagine sembra un momento emozionante, un preciso istante di un percorso, un frammento di un dialogo tra due uomini che si compresero davvero. La prima, in ordine cronologico e di pagina, è datata 1995.
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