Controcorrente

Terzo settore: c'è il Codice ma non i decreti

Tutto è iniziato con la legge delega 106 del 2016. Da lì in poi è partito un lungo iter che ha introdotto nell'ordinamento giuridico italiano un testo unico sul non profit

Terzo settore: c'è il Codice ma non i decreti

Tutto è iniziato con la legge delega 106 del 2016. Da lì in poi è partito un lungo iter che, nello scorso mese di agosto, ha introdotto nell'ordinamento giuridico italiano un testo unico sul non profit e attuato la tanto dibattuta riforma del terzo settore. Attenzione, però: manca ancora l'ultimo passo e di fatto il traguardo non è ancora stato raggiunto. Il cosiddetto «Codice del terzo settore», composto da 104 articoli, potrà funzionare compiutamente solo dopo l'emanazione di venti decreti ministeriali di attuazione attesi entro il prossimo anno.

L'obiettivo della riforma è riordinare il comparto, anche grazie all'istituzione del Registro unico nazionale del terzo settore al quale gli enti saranno obbligati a iscriversi. Il Registro avrà sede presso il ministero delle Politiche sociali, ma verrà gestito e aggiornato a livello regionale. La nuova norma prevede anche l'istituzione del Consiglio nazionale del terzo settore, composto da circa trenta componenti che, gratuitamente, opereranno come organo consultivo per l'armonizzazione legislativa dell'intera materia.

Altra novità prevista dal «Codice» è la definizione, in un unico elenco, delle «attività di interesse generale per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale» che «in via esclusiva o principale» sono esercitati dagli enti del terzo settore.

La lista, aggiornabile, riordina quelle che da sempre sono considerate le attività consuete del non profit (dalla sanità all'assistenza, dall'istruzione all'ambiente) e ne aggiunge alcune, emerse negli ultimi anni (housing, agricoltura sociale, legalità, commercio equo).

Con l'iscrizione nel registro, gli enti saranno tenuti al rispetto di vari obblighi riguardanti la democrazia interna, la trasparenza nei bilanci, i rapporti di lavoro e i relativi stipendi, l'assicurazione dei volontari, la destinazione degli eventuali utili.

Commenti