Il Tesoro Usa chiede aiuto a Goldman Sachs

da Milano

In un momento storico in cui la finanza pubblica negli Stati Uniti va in soccorso di quella privata (salvataggi, finanziamenti, immissioni di liquidità), la finanza privata si prende una rivincita: viene chiamata al capezzale del «malato-America» per cercare, di concerto con le autorità, un farmaco risolutivo. Sarà infatti - secondo indiscrezioni - Ken Wilson, senior financial-institutions banker di Goldman Sachs, ad affiancare il segretario al Tesoro Henry Paulson, di cui è da tempo amico e collega (anche quest’ultimo infatti proviene da Goldman). Wilson lascerà temporaneamente la banca d’affari. In qualità di presidente di Goldman financial institutions group, Wilson ha dato prova delle proprie abilità nell’aumentare il valore e riorganizzare le attività del settore. Va ricordato che Goldman Sachs è uno dei pochi colossi finanziari che è riuscito a superare quasi indenne la crisi del credito.
Sul fronte finanziario, la Borsa di New York ha vissuto una giornata incerta, con le blue chip in lieve flessione. I risultati trimestrali di Bank of America, migliori delle attese, hanno restituito qualche fiducia nel comparto finanziario, soprattutto all’avvio di seduta, ma il mercato è rimasto ugualmente guardingo, mostrando la volontà di non esporsi.
Nella seconda parte delle contrattazioni, il Dow Jones è via via scivolato portandosi, a 90 minuti al finale, a meno 0,30%, mentre il Nasdaq segnava un meno 0,14%; tutto ciò nonostante qualche spinta positiva sia venuta dal petrolio, in calo intorno ai 130 dollari.
L’indice che misura l’andamento delle banche è salito del 2,2%, trainato proprio da Bank of America (più 9,3%), che ha annunciato un utile per azione di 0,72 dollari, sopra le stime del mercato: gli analisti temevano brutte sorprese soprattutto dopo che la banca ha acquistato Countrywide financial, società di mutui ipotecari caduta vittima della crisi subprime. Meredith Whitney, l’economista famosa per aver anticipato più volte il tracollo dei conti delle banche americane degli ultimi mesi, stimava un utile per azione di 0,45 dollari. È proseguito il rimbalzo di Freddie Mac (più 5%) e Fannie Mac (più 14% dopo una volata del 30% in avvio): il segretario Paulson si è detto fiducioso in una pronta approvazione da parte del Congresso dei provvedimenti studiati per sostenere le due agenzie semigovernative.

A picco Merck e Schering-Plough, tra i farmaceutici, dopo i risultati negativi di una ricerca su un loro prodotto anticolesterolo.
Il superindice economico di giugno, l’unico dato in programma ieri, è risultato in linea con le attese, a meno 0,1%.

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