Eleonora Barbieri
da Milano
«Non scientifica e non professionale»: così Vera Slepoj, presidente della Federazione italiana psicologi, considera la nuova perizia psichiatrica disposta su Anna Maria Franzoni.
Professoressa Slepoj, lavvocato di Anna Maria Franzoni ha già annunciato che la sua cliente non risponderà agli esperti. È possibile fare una perizia in queste condizioni?
«È un vero paradosso. Non si può valutare la salute mentale di una persona, senza che sia presente. Già di per sé non è facile, se non ci sono scomposizioni evidenti, poiché si va in cerca del non-manifesto. Tanto meno ci si può basare su ciò che altri periti hanno già scritto, con i loro pregiudizi alle spalle».
Gli esperti esamineranno anche le interviste televisive: possono essere attendibili?
«No, perché si tratta di un contesto prefigurato, non occasionale e si rischia una valutazione su base emotiva e, quindi, non realistica. E poi in tv una persona è in una situazione di disagio: non è attendibile per comprenderne la personalità. Senza la collaborazione del soggetto, e considerando contesti così aleatori, unanalisi corretta è impossibile».
Quali strumenti si possono utilizzare?
«Ci sono strumenti psichiatrici e psicologici: la perizia punta a individuare i lati eventualmente non manifesti del soggetto. Si utilizzano colloqui diretti, anche ripetuti; e strumenti freddi, come le tavole di Rorschach, che analizzano la personalità. Ma anche i test non hanno una veridicità assoluta, sono un indicatore, anchesso opinabile, perché sono soggettivi. Tutto dipende dalle risposte date dal soggetto presente, e da come reagisce».
In questo caso, però, la persona non sarà presente. Che valore potrà avere la perizia?
«Una analisi di questo tipo non può che essere irrilevante, molto superficiale e rischiosa.
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