Tettamanzi incontra il popolo di Taizé: «Seminiamo speranza»

Adesione in massa dei 50mila giovani ai laboratori. Prossime tappe Croazia e Calcutta

«Insieme a voi vorremmo seminare un nuovo segno di speranza e di pace nella storia - ha scritto Dionigi Tettamanzi nella lettera di saluto ai giovani di Taizé -. Ne ha grande bisogno il mondo e anche la nostra città». E questa sera alle 19, al padiglione 9 della Fiera, il cardinale parlerà di persona ai 50mila giovani arrivati da tutta Europa per l’incontro di fine anno organizzato dalla comunità religiosa fondata da frère Roger, il religioso con la veste bianca ucciso da una squilibrata lo scorso agosto. La visita di Tettamanzi sarà uno dei momenti più importanti del raduno. Ai giovani è arrivato anche il saluto di Benedetto XVI («possa l'esempio del fondatore di Taizé e la testimonianza instancabile di Papa Giovanni Paolo II in favore del dialogo e della pace tra gli uomini incoraggiarvi ad essere artigiani di pace» ha scritto il Papa) e di molte altre autorità religiose.
Ieri, incontri e dibattiti collegati al raduno si sono svolti in Fiera (centro dell’incontro) ma anche in musei e chiese di tutta la città. Tra i più affollati quello in Duomo, dove ai giovani sono state spiegate le opere d’arte della cattedrale e il loro significato religioso. Si è discusso soprattutto di dialogo tra fedi, alla presenza di religiosi cristiani, ebrei e musulmani. In serata, all’incontro di preghiera alla Fiera, frère Alois, priore della comunità, ha annunciato che il prossimo incontro europeo di fine anno si terrà in Croazia, a Zagabria. «I giovani arrivati fin qui dai Balcani sono diverse migliaia - ricordano gli organizzatori -. In passato, durante la guerra, gli incontri europei di Taizé sono stati una delle rare occasioni in cui serbi e croati potevano incontrarsi». Alois ha spiegato anche che il «pellegrinaggio di fiducia sulla terra» iniziato 28 anni fa si allargherà agli altri continenti: un incontro avrà luogo in Asia, a Calcutta, dal 5 al 9 ottobre del 2006.
La speranza è che si verifichi un’altra pacifica invasione di giovani come quella in corso in città. I 50mila pellegrini di Taizé passano la mattina nelle parrocchie delle famiglie che li ospitano. Dal pomeriggio, poi, seguono i «laboratori», momenti di riflessione su fede, arte, temi sociali.

I giovani stanno partecipano in massa agli incontri. «È il dato più bello - raccontano gli organizzatori -. Dimostrano di non essere arrivati per fare del turismo, ma di voler conoscere o rafforzare lo spirito di Taizé».

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