Tettamanzi: «Il mio pensiero va ai precari e agli immigrati»

Il cardinale ha ricordato come si siano accentuate «le preoccupazioni di chi lavora e delle famiglie»

Una veglia di preghiera nella chiesa di Gesù Divino Lavoratore. Così il cardinale Dionigi Tettamanzi ha celebrato la vigilia del Primo maggio, ricordando le difficili condizioni di lavoro dei precari, degli immigrati, di chi lavora in condizioni di sicurezza carenti. La scelta del luogo è tutt’altro che casuale, perché - come ha ricordato il cardinale - la parrocchia di piazza San Giuseppe, nei pressi di viale Fulvio Testi, ai confini con Cinisello Balsamo e Sesto San Giovanni, è nata nel 1967 nell’area delle grandi fabbriche: Pirelli, Breda, Ercole Marelli, Magneti Marelli. E anche se i tempi hanno modificato la fisionomia del quartiere, le industrie sono scomparse e i modi di vita si sono trasformati, il cardinale ne è convinto: «Il cambiamento non ha diminuito, anzi per tanti versi ha accentuato i problemi e le preoccupazioni dei lavoratori e delle loro famiglie».
Davanti al mosaico di Domenico Cantatore dedicato al lavoro della Sacra Famiglia, Tettamanzi ammonisce che «non è lecito a nessuno tacere e rimanere inerti di fronte ai tanti e gravi problemi che oggi in maniera particolarmente acuta attraversano il mondo del lavoro: non è lecito soprattutto alla Chiesa e ai cristiani». L’esempio è il più alto, quello di Gesù, che «anche mediante il lavoro quotidiano è il redentore dell’uomo». Gli allarmi della quotidianità sono molteplici. «Sto pensando, tra l’altro, alle tante situazioni di lavoro precario al quale sono spesso costretti soprattutto i giovani, con le conseguenti difficoltà a programmare il loro domani» dice Tettamanzi. E ancora: «Sto pensando alle persone immigrate che meritano maggiore attenzione, anzi maggior rispetto, perché non possono essere guardate soltanto come manodopera il più possibile sotto costo, ma devono essere considerate come persone».


Grande attenzione alle morti sul lavoro, tema su cui il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha recentemente chiesto un maggior impegno delle istituzioni. Il cardinale cita i recenti fatti di cronaca e mette sotto accusa «l’intollerabile mancanza di condizioni di sicurezza per la salute e per la vita stessa».

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