Tevere Trovato il corpo di un uomo assassinato

Ucciso con una coltellata in pancia, poi abbandonato sul greto del Tevere. È morto dissanguato l’uomo trovato ieri mattina cadavere in fondo a via Rombon, alI’Isola Sacra, da alcuni dipendenti del Consorzio di Bonifica dell’Agro Romano durante un giro d’ispezione a un’idrovora. Ai piedi solo calzini scuri, jeans scoloriti e una maglietta bianca. Nelle tasche qualche spicciolo e niente documenti.
Davvero pochi gli elementi in mano agli agenti del commissariato di Fiumicino che cercano di dare un nome al poveretto. Un metro e 60 di altezza, tra i 45 e i 50 anni, calvo, razza bianca, nessun segno particolare. Un regolamento di conti fra malavitosi o una lite fra balordi, magari extracomunitari, finita in tragedia? Dai primi accertamenti della polizia scientifica del XIII commissariato e della Questura di Roma non ci sarebbero tracce di sangue nel tratto di campagna circostante il canale navigabile, tantomeno nella piccola scarpata che si affaccia sulla proprietà del Consorzio. Dell’arma del delitto nemmeno a parlarne: a terra solo qualche mozzicone di sigaretta e pezzi di carta repertati e inviati in laboratorio. Un’area, quella del vecchio ponte di Matidia che al tempo dei romani collegava l’Isola Sacra con la terraferma, frequentata da tossici e coppiette e solo in teoria inaccessibile. Secondo una prima ricostruzione degli inquirenti, una volta giunti sul posto gli assassini avrebbero aperto la vecchia sbarra arrugginita e scaricato il corpo in fretta e furia prima di darsi alla fuga. Quando? Durante la notte, al massimo nella prima serata di martedì. Qualcosa, probabilmente, non deve essere andata per il verso giusto e la vittima, rimasta impigliata fra i rovi, non è finita in acqua come avrebbe dovuto.
«Tutte le ipotesi sono aperte - spiega Patrizia Sposato, vicequestore aggiunto e dirigente del commissariato Fiumicino -. Adesso attendiamo i risultati dell’autopsia». Secondo il primo esame del medico legale, dottor Stefano Moriani, una sola ferita in pieno addome sarebbe la causa del decesso. Un taglio profondo, orizzontale, inferto da sinistra a destra e verso il basso con un coltello ben affilato. Il momento della morte: entro le 24 ore. Insomma, ucciso altrove poi abbandonato in una zona isolata. Magari ancora in vita, anche se a un centinaio di metri ci sono alcune abitazioni.

Secondo indiscrezioni nessuno degli abitanti avrebbe sentito rumori significativi, sgommate di auto o grida d’aiuto, verso l’area archeologica collegata all’antica basilica di Sant'Ippolito. Altra spiegazione: ucciso su un peschereccio poi scaricato nel porto canale. La polizia non esclude anche questa possibilità. Un giallo, l’ennesimo per il litorale.

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