Tfr, il «silenzio-assenso» senza una decisione

Scaduti i termini, il 30 giugno, il datore di lavoro provvederà a trasferire le quote in un fondo pensione collettivo

A meno di due mesi dalla scadenza imposta dalla riforma della previdenza complementare (fissata, per i dipendenti assunti entro il 31 dicembre 2006, al 30 giugno 2007), i lavoratori che non hanno ancora deciso devono esprimere una decisione sulla destinazione del loro Tfr. Vale la pena ricordare che la riforma, e quindi la decisione da prendere da parte del lavoratore, non riguarda la quota di Tfr accantonato a fine 2006, sia per i lavoratori che l’hanno lasciato in azienda sia per coloro i quali l’abbiano già destinato a uno strumento previdenziale, ma si riferisce soltanto al Tfr che matura di mese in mese dallo scorso gennaio in avanti. Tornando alla scelta del lavoratore, sono sostanzialmente due le modalità previste per formulare la sua intenzione sulla forma di previdenza complementare preferita: la modalità esplicita e la modalità tacita.
Nel primo caso i lavoratori possono scegliere di aderire a una qualsiasi delle forme pensionistiche complementari previste, su base collettiva o su base individuale oppure possono dichiarare di volere lasciare il Tfr maturando in azienda. In quest’ultimo caso, qualora l’azienda abbia 50 o più dipendenti il Tfr maturando dovrà comunque essere versato dal datore di lavoro a un apposito fondo presso l’Inps-Fondo Tesoreria che garantirà una rivalutazione identica al Tfr tradizionale. È importante sottolineare che la destinazione del Tfr maturando alle forme di previdenza complementare è una scelta irreversibile: una volta presa da parte del lavoratore, non è possibile tornare indietro.
È invece possibile il contrario: il lavoratore che decidesse di mantenere il Tfr maturando presso l’azienda formula una scelta comunque revocabile successivamente in qualsiasi momento. La seconda modalità e quella basata sul meccanismo del cosiddetto «silenzio-assenso».
Qualora i lavoratori non manifestino in modo esplicito e per iscritto la propria scelta entro i 6 mesi previsti, verrà applicato il meccanismo del «silenzio-assenso» secondo precise e articolate modalità. In primo luogo il Tfr maturando sarà trasferito dal datore di lavoro in un fondo pensione collettivo (che può essere sia di tipo negoziale che di tipo aperto) previsto dagli accordi aziendali o dai contratti collettivi di lavoro. Nel caso in cui l’azienda abbia aderito a più fondi pensione, il Tfr maturando sarà trasferito al fondo individuato d’intesa con i sindacati.

Nel caso in cui non sia presente un accordo con le rappresentanze sindacali, il Tfr maturando sarà destinato al fondo previdenziale nel quale l’azienda ha aderito con un numero maggiore di lavoratori. Infine, soltanto nel caso di mancato accordo e in assenza di una forma pensionistica complementare collettiva, il datore di lavoro trasferirà il Tfr maturando all’apposito fondo presso l’Inps-Fondo Tesoreria.

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