FrosinoneNon potevano avere figli e così hanno deciso di acquistarne uno. Ma l'improvviso arrivo di un bimbo non è passato inosservato a Cervaro, un paese di appena settemila abitanti a sud del Frusinate, nonostante la bellissima creatura venisse portata a spasso quasi di nascosto, per non alimentare le voci di paese.
A dare il via ufficiale alle indagini dei carabinieri è stata la denuncia di un pediatra al quale i finti genitori, entrambi originari della Provincia di Caserta, lo scorso aprile si erano rivolti per chiedere di visitare il neonato, colto da una preoccupante bronchite.
A luglio i coniugi, lui 44enne e lei 53enne, vengono quindi fermati dalle forze dell'ordine: l'accusa, in un primo momento, è quella di occultamento di fanciullo. Ma nonostante i pressanti interrogatori non collaborano con la Procura. Ecco perché il fascicolo d'inchiesta rimane aperto: i carabinieri vogliono vederci chiaro e accertare la reale provenienza del bambino che, nel frattempo, viene affidato ad una casa-famiglia.
Altri sei mesi di indagini, poi finalmente esce fuori la verità. Dietro questa vicenda c'è la disperazione di una giovane madre povera e sola, residente nell'Est Europa, che è giunta all'estrema decisione di vendere suo figlio per denaro.
Secondo quanto accertato dai militari, i coniugi, due imprenditori impegnati nel settore dell'import-export, avrebbero pagato alla «cicogna» ben 25.000 euro per l'arrivo del piccolo, all'epoca di appena cinque mesi. Soldi finiti nelle tasche di una coppia di origine russa che avrebbe fatto da tramite nella «compravendita», facilitando in vari modi l'affido del minore.
E così l'indagine, coordinata dal sostituto procuratore di Cassino e condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Frosinone ieri mattina all'alba è terminata con un blitz che ha portato ad altri quattro arresti. In manette, oltre alla coppia di neo genitori, sono finiti i due russi, la madre naturale del bambino venduto (una ventenne ucraina) e un noto avvocato, anche lui della Provincia di Caserta, che ha gestito la trattativa e sul quale si è aperto un altro filone d'indagini: il timore degli investigatori è che il legale possa aver curato anche altre vendite di bambini. Ma questo è ancora tutto da accertare. Per ora al vaglio ci sono centinaia di documenti sequestrati durante la perquisizione eseguita dopo l'arresto nell'abitazione e nello studio dell'avvocato, ma anche negli appartamenti di tutte le persone coinvolte nell'inchiesta.
Le accuse per i fermati sono quelle di soppressione di stato civile di minore e favoreggiamento personale.
La legge italiana probabilmente non avrebbe permesso alla coppia, troppo in là con l'età, di adottare un bambino. Da ciò è scaturita la decisione di trovarne uno in altri modi. Ma non è l'unica coppia vogliosa di maternità che non può avere figli. Sono molte le lungaggini burocratiche che spesso spingono verso adozioni "facili" all'estero, spesso poco legali. Ecco anche perché le indagini dell'Arma non si fermano, e mirano a scoprire se ci sia in atto un vero e proprio traffico di minori tra l'Italia e altri Paesi.
Parole di comprensione sono arrivate dal Padre Abate di Montecassino, promotore dell'associazione "Aiuto alla Vita" che ogni anno aiuta decine di mamma in difficoltà a mantenere i propri bambini: "E' da considerare sempre deprecabile e da condannare che una madre "venda" il proprio figlio, ma ritengo anche che si debba riflettere e agire meglio per prevenire simili fatti. In particolare occorre non solo dare maggior sostegno alle madri in difficoltà, ma anche riflettere se non sia giunto il momento di rivedere la legge sulle adozioni.
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