Tiger si ferma: «Sto con papà malato»

Tiger Woods ha deciso di sospendere temporaneamente la sua attività agonistica per restare accanto al padre Earl, malato di cancro. Il numero uno del mondo del golf lo ha annunciato ieri in una conferenza stampa organizzata ad Auckland, in Nuova Zelanda, dove è volato per partecipare al matrimonio del suo caddie, Steve Williams, e per gareggiare lunedì in una corsa automobilistica di beneficenza. «Mio padre tiene duro», ha detto Woods. «È un grande combattente, un miracolo vivente». Così, per non lasciare solo il padre nell’ultima battaglia il più grande golfista del mondo, lo sportivo più ricco, non esita a fermarsi. A osservare il volto del genitore ai piedi del letto. Oltre lo sport c’è la vita.
Imprecisata la data del ritorno al golf, anche se Tiger ha chiarito di voler cercare il suo 11° titolo slam nello US Open del prossimo giugno: «Non so cosa accadrà», ha aggiunto. «Ora stacco la spina. Sono qui per questa gara e per Steve. Voglio godermi il tempo libero e stare con mio padre, così per un po’ non giocherò». Intanto Woods, raccogliendo un invito del suo caddie, lunedì si siederà al volante di una macchina da corsa per contribuire alla raccolta di fondi a favore dei giovani disagiati.


Una sfida, quella rappresentata dalla corsa sull'ovale sterrato di Huntly, che non spaventa il fuoriclasse statunitense, pronto alle «sportellate» dei rivali: «Qualche volta ho giocato a baseball», ha detto Woods parlando delle sue esperienze sportive al di fuori del green, «ma questa sarà un po’ più fisica. I contatti fanno parte del gioco, se dovessero cercare di buttarmi fuori vorrà dire che potrò buttarli fuori anche io. L'intenzione è quella di divertirsi».

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