Toglieteci tutto, non il nostro Diego

Grazie Diego. Non dico Milito, per lui non ci sono più parole. Dico l’altro Diego, quello che si chiama come lui, quello che vorrebbe assomigliargli. Quello che non l’ha convocato nella Nazionale argentina, dimostrando ancora una volta che tolte le scarpette per lui gli aggettivi sono inversamente proporzionali. Grazie Diego, tieniti Lavezzi, Denis e il prossimo argentino che entrerà nel Napoli a cinque minuti dalla fine. Tieniti chi vuoi, ma lasciaci sempre Diego, il nostro, l’unico. Se proprio vuoi, chiedi qualche consiglio a Gasperini.
Per il resto c’è poco da dire, se non che finalmente il campionato si è dato una sua fisionomia. Sono emersi i valori. Ci sono le grandi squadre e le altre. C’è un campionato di vertice, racchiuso in pochi punti e poi ci sono gli altri. Il Genoa, pur avendo già giocato con tutte le migliori del campionato (ora ci aspettano Juventus e Lazio fuori casa, ma anche loro sanno di dover stare molto attente perché è l’ultima occasione che hanno per tenerci lontani per un po’), il Genoa dicevo è lì, al posto che gli compete, con merito.

Con quel gioco che altre co-inquiline dei piani alti non sembrano avere. E pazienza se il cinema in crisi avrebbe bisogno di più spettatori. Se vuoi andare al cine, vai al cine, vacci tu, cantava Paolo Conte. Appunto, anche se è un po’ presto, io sto qui e aspetto... Bartali.

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