Tony Prayer e la passione mediterranea

Esposte fino al sei novembre le tele che esaltano i colori e le suggestioni della Magna Grecia

Tony Prayer e la passione mediterranea

Silvia Castello

Passione mediterranea. «La mia personale a Roma presenta anche alcuni nuovi studi sull’albero di olivo. Nel sud-est barese, l’olivo ha forme impensate: tronchi aperti - divisi - allargati - bassi e tozzi - eleganti - incavati - incrociati - tortuosi con chiome folte o rade. Distanti l’uno dall’altro, sono come sculture forti, patinate da tenui grigi e densi scuri, piantati su terreno rosso o ocra calda, e, tutt'intorno, è un emergere di pietra viva». È Tony Prayer - figlio d’arte ricco di fascino e talento, trapiantato dalla sua incantevole Venezia nella vivace Puglia - ad introdurre la sua nuova mostra antologica, a cura di monsignor Sante Montanaro, membro dell'Accademia Pontificia delle Arti, presso il Complesso Monumentale della Bocca della Verità in via della Greca, visibile fino al 6 novembre. Sono circa 40 lavori figurativi selezionati nell’arco dell’ultimo decennio che prediligono l’immediatezza della tecnica «a macchia» con pennellate ricolme di luce. «Nella sua pittura, l’evidenza dell’oggetto, del paesaggio, della figura, è ottenuta non col disegno, la velatura, o il chiaroscuro plastico, ma con tocchi di colore per contrasto di scuri e chiari; i volumi e le ombre sono dati generalmente dai colori, mentre le prospettive e gli spazi sono resi dai toni graduati della luce, cogliendo l’atmosfera delle cose ancor prima del loro apparire» scrive il critico Daniela Romano in catalogo. È un solido metodo pittorico applicato alle passioni dell’artista come la vita rurale e la civiltà contadina. E che monsignor Montanaro indica in questa esposizione, nel nascente innamoramento di Prayer per gli ulivi; «è un processo interpretativo che trasforma i tronchi lacerati e urlanti allo scirocco in torsi effimeri, in frammenti di statue della Magna Grecia scolpite con il marmo Pario lucente e morbido, in busti di semidei scesi dall’Olimpo nel grembo della Madre Terra per rinsaldare ancestrali legami ed eterni vincoli di origine e di appartenenza». Ricordandoci inoltre che il dialogo con l’arte è per l’artista un'antica storia di famiglia».

Dai pittori Guido e Mario Prayer, rispettivamente padre e zio dell’amico Tony, occorre risalire al loro bisnonno, Carlo Prayer Galletti, la cui presenza artistica è attestata nella Pinacoteca dell'Accademia di Belle Arti di Carrara, dal ritratto di Maria Beatrice, datato 1819».

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