
"Sandokan Sandokan /giallo il sole la forza mi dà/Sandokan Sandokan /dammi forza ogni giorno ogni notte coraggio verrà". Le parole della sigla sono le stesse del leggendario sceneggiato del 1976 ma, come tutto il nuovo Sandokan, è stata rielaborata musicalmente dagli specialisti del gruppo Calibro 35 sulla falsariga di quella popolarissima degli Oliver Onions. Così lo spettatore di quasi tutte le generazioni di Rai 1, da lunedì 1 dicembre in quattro serate (otto episodi) e poi su Disney+, giocherà a trovare le similitudini e le differenze con la serie tv di Sergio Sollima vista da piccoli con i propri genitori e viceversa. Proprio come ha raccontato ieri il capo-sceneggiatore Alessandro Sermoneta alla Festa del Cinema di Roma dove la nuova serie, prodotta da Lux Vide in collaborazione con Rai Fiction, è stata presentata: "A sei anni mio padre mi ha letto il libro, che apparteneva a suo padre, facendomi immaginare un mondo di tigri e di imperi. Certo abbiamo fatto dei cambiamenti ma non abbiamo mai tradito Salgari".
Ecco allora il canovaccio che racconta l'ascesa della Tigre della Malesia (Sandokan il pirata è interpretato dal turco Can Yaman che prende il posto di Kabir Bedi) accompagnato dal fidato portoghese Yanez De Gomera (Alessandro Preziosi) e l'amore impossibile per Marianna, la leggendaria Perla di Labuan (Alanah Bloor) figlia del console britannico, fino allo scontro epico con il suo nemico di sempre, il cacciatore di pirati James Brooke (Ed Westwick). Siamo nel Borneo del 1841 e gli indigeni impiegati come schiavi nelle miniere di antimonio aspettano un liberatore.
Quindi ora cosa cambia? "I personaggi femminili in Salgari sono estremamente datati, basta un'occhiata da lontano e sono già innamorati, qui per esempio spiega Sermoneta Sandokan le deve mettere un coltello alla gola". Uno dei due registi, Jan Maria Michelini, sottolinea però che la serie raccoglie "l'atmosfera e il piratesco all'italiana modernizzandola con personaggi scritti in profondità. Sandokan è in trasformazione perché parte come Robin Hood, rubando ai ricchi per dare ai poveri, ma scoprirà un senso di libertà". Concorda il secondo regista Nicola Abbatangelo: "Ci siamo domandati quale fosse l'origin story, che è ancora molto potente e moderna, preservando il senso di meraviglia".
Ma poi certo tutto il peso della serie ricade solo su di lui, Yan Caman, 36 anni tra pochi giorni e cinque appresso alla preparazione di questa serie: "Fare Sandokan è il motivo per cui sono venuto in Italia, in Turchia non lo si conosce, ho avuto tanto tempo per approfondire questo personaggio, un ruolo così arriva raramente per un attore e anche l'opportunità per preparami con così tanto tempo, ho letto qualsiasi cosa, guardato qualsiasi cosa così e a livello fisico ho fatto allenamento, equitazione, ho imparato l'inglese e l'italiano. Sono anche cresciuto".
Come il personaggio che interpreta, l'ironia non gli difetta, così quando una giornalista gli chiede se si trova sexy come il suo predecessore Kabir Bedi, risponde: "Dicono anche a me che sono sexy ma purtroppo non ho ancora avuto il piacere e l'onore di conoscere Kabir, spero che gli piaccia la mia interpretazione di un personaggio così tridimensionale".
Caman è poi ritornato sull'ironia della serie: "Tocca temi importanti conservando la leggerezza.
La serie è emozionante, ammiccante, fa star bene il pubblico perché alla fine di ogni episodio proverà una sensazione piacevole da condividere con tutta la famiglia perché la serie è adatta a tutti. Io soffro di ansia, ma Sandokan mi ha segnato a non perdere mai il sorriso e ad andare sempre avanti".