Cronaca locale

Tornano gli antichi Aztechi: rivive l’età d’oro del Messico

Stasera al PalaSesto si inaugura «Lo spirito del pianeta», il grande festival internazionale che porta in Occidente le tradizioni dei popoli dimenticati

Luca Testoni

Ammirare le danze degli Aztecas e ascoltarne canti (legati ai versi degli animali) e musiche (eseguite utilizzando antichi strumenti che riproducono i suoni delle foreste), significa, per certi versi, rivivere l’età dell’oro del Messico. Molto prima dell’approdo di Cristoforo Colombo e delle sanguinose campagne di conquista degli spagnoli.
Un’esperienza, se non unica, quantomeno diversa. Da provare. Perché no, già stasera (ore 21, ingresso con sottoscrizione 3 euro). I messicani Aztecas, noti per i loro splendidi costumi tradizionali, sono stati infatti scelti per inaugurare Lo spirito del pianeta, il festival internazionale dei gruppi etnici e tribali, che avrà come base operativa fino a domenica 26 giugno il PalaSesto (piazza 1° maggio a Sesto San Giovanni).
La filosofia alla base della manifestazione, giunta alla sua quinta edizione?
«Portare in Occidente le tradizioni, i suoni, gli stili di vita, il passato e il presente dei popoli che hanno fatto la storia del nostro pianeta. Popoli spesso dimenticati, maltrattati, violentati, sopraffatti, ma il cui spirito è ancora vivo grazie soprattutto a straordinari artisti che ne tramandano lo spirito e i sogni», puntualizzano dall’Associazione Sesto Sole, patron di una kermesse con finalità esplicitamente benefiche.
Il ricavato - da sempre -, va agli stessi gruppi e alle loro comunità di appartenenza. Lo scorso anno, per esempio, sono stati raccolti contributi per dare vita ad una struttura di accoglienza per bambini a Città del Messico.
Particolare il modo in cui vengono selezionati gli ospiti: gli organizzatori, infatti, anziché recuperare gruppi folkloristici tramite agenzie, preferiscono portare in Italia, direttamente dalle zone prescelte, diverse di anno in anno, formazioni che portano avanti la tradizione orale, di canti e delle danze dei loro popoli, senza fini di lucro.
Gli spettacoli che i vari ensemble invitati proporranno al pubblico saranno a base di canti, danze e performance, che rappresentano ancora momenti fondamentali nella vita di questi popoli.
Estremamente variegato il parco ospiti de Lo spirito del pianeta: domani, per esempio, toccherà alle Maschere Dogon del Mali, una fra le popolazioni africane di maggiore interesse etnologico, mentre lunedì 20 sarà la volta del Gruppo nazionale del Congo, che annovera tra i suoi componenti i tre principali gruppi tribali dell’ex Zaire, arrivato nel nostro Paese grazie a una borsa di studio della Regione Lombardia per le loro qualità teatrali e canore.
Ci sarà spazio anche per i monaci tibetani (martedì 21); per il Gruppo nazionale di Kamchatka, a nord della Siberia (mercoledì 22); per una cinquantina di musicisti boliviani (giovedì 23); per gli aborigeni australiani che riscoprono la propria affascinante tradizione rituale (venerdì 24); e per gli indiani Cree dal Canada (sabato 25).
Al PalaSesto sarà inoltre allestito un villaggio dove ogni gruppo metterà in mostra il proprio artigianato, oltre a organizzare dibattiti, incontri e seminari, raccomandati a tutti coloro che desiderino approfondire il significato di danze e canti indigeni.
All’interno della struttura, anche un ristorante, con cucina - ovviamente - etnica e internazionale.


Infine, una curiosità: domenica 26, maratona-spettacolo di chiusura con le esibizioni di tutti i gruppi invitati all’edizione 2005 della rassegna.

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